Caso Quaglieri, parlano gli avvocati: “Riteniamo infondate in fatto e in diritto le accuse mosse ai nostri tre assistiti”

Trasacco – “Al di là della questione che sicuramente ci riserviamo di sollevare circa il giudice competente per territorio, che a nostro avviso si identifica nel tribunale di Avezzano oppure a quella relativa alla sussistenza dei presupposti di legge per l’instaurazione del giudizio immediato, un dato è certo: per chi è innocente, come nel caso degli imputati da noi difesi, è conveniente che il processo si celebri in tempi brevi dinanzi a giudici imparziali.

Riteniamo  infondate in fatto e in diritto le  accuse mosse ai nostri tre assistiti. Che ben venga il dibattimento, luogo normativamente previsto per la formazione della prova nel contraddittorio delle parti. Ciò ci consentirà di esaminare con particolare scrupolo la polizia giudiziaria, le cui indagini sono a base del disposto giudizio immediato”. Queste le dichiarazioni degli avvocati Antonio Milo, Franco Colucci, Carlo Polce e Mario Flammini, in merito al rinvio a giudizio dell’assessore regionale al Bilancio Mario Quaglieri, del sindaco di Trasacco Cesidio Lobene e del funzionario comunale Riccardo Tomassetti.

Per l’assessore regionale l’accusa è di peculato. Avrebbe utilizzato, dal 2013 al 2024, una sim telefonica intestata e pagata per un totale di 6.621,65 euro dal Comune di Trasacco. Mario Quaglieri è stato sindaco del suddetto Comune dal 2012 al 2018 e poi consigliere fino al maggio del 2019, quando è stato eletto per la prima volta consigliere regionale. Per Lobene e Tomassetti l’ipotesi di reato è di falso ideologico e depistaggio per avere, una volta scattata la inchiesta, tentato di produrre atti per “coprire” i rilievi contestati dalla procura.

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