Celano – Cassa integrazione per i dipendenti delle case di cura L’Immacolata di Celano e Di Lorenzo di Avezzano. a comunicarlo è Giuseppe Capoccitti responsabile CISL FP:
“ieri le Organizzazioni sindacali da una parte e il Dr. Dall’Aglio in qualità di Legale rappresentante della Casa di Cura L’Immacolata di Celano dall’altra, attraverso una consultazione in video conferenza hanno sottoscritto un esame congiunto per attivare la cassa integrazione ai sensi dell’art. 19 del D.L. n. 18 del 17 Marzo 2020 per emergenza COVID 19 fino al ritorno alla normalità a tutto il personale prevedendo una rotazione del personale e mantenendo in servizio il personale minimo atto a garantire le attività essenziali.
Questa situazione si è verificata in seguito ad una ordinanza del 9 Marzo 2020 del Presidente della regione Abruzzo che ha eliminati i ricoveri programmati e previsto la chiusura delle attività ambulatoriali non urgenti, comportando ciò una drastica riduzione delle attività nella struttura che ad oggi vede ricoverati pochissimi pazienti.
Ma non è la sola struttura convenzionata Marsicana che sta attuando la cassa integrazione il 26 Marzo è stata la volta della Casa di Cura Di Lorenzo che sempre per via telematica insieme a CGIL CISL UIL hanno espletato l’esame congiunto per lo stesso motivo. E anche altre strutture Marsicane probabilmente a stretto giro richiederanno l’erogazione del fondo di integrazione salariale (FIS) per una durata che al momento è prevista in nove settimane.
E’ un momento problematico per tutti gli italiani. Il Coronavirus ha fatto improvvisamente scoprire tutte le criticità che vive la Sanità italiana, dai pochi posti letto disponibili, dalla mancanza di posti di terapia intensiva e che esiste un popolo sommerso fatto da medici, infermieri e operatori socio sanitari ( che oggi i media chiamano eroi) che spesso sono costretti a lavorare in condizioni disagiate senza dispositivi di protezione individuali. La politica degli ultimi 25 anni ha deciso che andavano tagliati posti letto e risorse economiche alla sanità. Una volta che l’emergenza sarà finita andrà ripensata tutta la sanità italiana. La politica dovrà capire o forse ha capito che la salute è anche più importante dell’economia”.