“Celano Caput Marsorum. Dalla Contea della Marsica alla Contea di Celano”: questo il titolo del nuovo libro di Giancarlo Sociali. L’opera prende vita da un lavoro precedente, “La Contea dei Marsi”, pubblicato nel maggio scorso.
Giancarlo Sociali si è misurato qui con l’intera storia della Marsica. E’ partito dalle lontane origini dei popoli che abitavano queste terre, ha descritto le vicende di epoca romana e ha poi dedicato la sua attenzione agli eventi verificatisi durante il Medioevo e nei secoli successivi.
I contenuti già presenti ne “La Contea dei Marsi” sono stati inglobati in “Celano Caput Marsorum” e sono stati oggetto di una revisione oltre che di ulteriori ampliamenti. La curiosità e la voglia di conoscere le proprie radici sono il cuore del lavoro di Sociali: “Cercare di capire chi furono i miei antenati. Vivere il presente cercando di immaginare il passato. Per me la ricerca è linfa vitale, rappresenta il collante che mi tiene legato alla realtà. Con il mio lavoro vorrei ridare vita a ciò che siamo stati“.
Giancarlo Sociali sa essere molte cose: uno scultore, un cercatore di storie antiche, un viaggiatore curioso, un originale rappresentante del nostro territorio e, soprattutto, un amante appassionato di Celano, il paese in cui è nato e in cui vive. Il suo intento, in questo libro, è stato quello di esaminare fonti eterogenee e diverse così da arrivare a formulare un’analisi personale di fatti storici che metta in luce anche eventi e personaggi mai letti. Singolare il racconto legato al Conte Tommaso di Celano, considerato da Sociali un figlio dei Conti di Segni e fratello di Papa Innocenzo III, il quale, per un certo periodo, va a interrompere l’egemonia dei Berardi. Oppure la narrazione della vita della Contessa Giuditta, un personaggio di cui mai si parla nei libri di storia locale.
“Ciò che mi ha spinto a scrivere è il desiderio di ampliare i territori di ricerca. Non mi fermo di fronte a storie già scritte, ma mi impegno nel continuare a indagare e ad esplorare“. Probabilmente gli storici di professione avranno qualche problema ad accettare le tesi elaborate da Giancarlo Sociali ma, come viene spiegato nella Conclusione del libro: “Nessuno è mai stato depositario della verità assoluta e mi piacerebbe che da questi miei scritti possa scaturire qualche nuovo impulso per la nascita di indirizzi di ricerca storica ancora mai affrontati“.