Celano, sopralluogo del settore rifiuti della Regione all’ex discarica sequestrata

Sul posto i carabinieri del Noe, i tecnici della Res.Gea. e il sindaco Santilli

Celano – Sopralluogo del dirigente del servizio gestione rifiuti e bonifiche della Regione, Franco Gerardini, sull’area sequestrata a Celano, dove un tempo giaceva la discarica di San Marcello. Questa mattina il maggiore dell’Arma dei carabinieri, Antonio Spoletini, a capo del Noe (Nucleo operativo ecologico) arrivato da Pescara, insieme al geologo Giuseppe Pomposo, dell’azienda spin-off, la Res.Gea., di cui fa parte l’Università d’Annunzio di Chieti, hanno illustrato il punto della situazione a Gerardini.

Al sopralluogo hanno partecipato anche il sindaco di Celano, Settimio Santilli e il capo dell’ufficio tecnico comunale, Federico D’Aulerio. Carabinieri e tecnici della società che, con un lavoro innovativo e tecnologicamente e scientificamente molto avanzato, ha accertato con le immagini acquisite dalle piattaforme aeree e satellitari, che a partire dagli anni ’50 a oggi, in quell’area sono stati gettati rifiuti che negli anni si sono accumulati e hanno creato inquinamento, hanno illustrato al dirigente regionale, quanto fatto fino a oggi. Gli inquirenti parlano di «mezzo milione di metri cubi di materiali di dubbia provenienza interrati nell’arco di 70 anni». L’inchiesta, in cui sono ipotizzati reati ambientali, è stata aperta dalla Procura di Avezzano ed è coordinata dal pm Maurizio Maria Cerrato. Un terzo della superficie sequestrata ricade all’interno dell’ex discarica, i due terzi sono terreni che si trovano intorno. Sono circa una dozzina i privati proprietari dei terreni limitrofi, la restante parte delle aree (compresi gli ettari dell’ex discarica) è di proprietà del Comune.

Al momento gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi. Intanto le indagini vanno avanti anche sul fronte delle immagini, in cui si vedono tir e camion scaricare nell’ex discarica. I militari mantengono il massimo riserbo sull’inchiesta e pertanto non si sa ancora se ci sono o meno delle persone iscritte nel registro degli indagati. Qualora venissero individuate società o persone responsabili di reati ambientali non si esclude nemmeno che l’inchiesta possa passare alla procura aquilana.

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