Celano, successo straordinario per “No”: teatro, emozione e riflessione sulla violenza

### **Celano, successo straordinario per “No”: il teatro scuote le coscienze con un messaggio contro la violenza**

A Celano, presso l’Auditorium E. Fermi, è andato in scena lo spettacolo teatrale “No” scritto e diretto da Donato Angelosante Junior, fortemente voluto dal Consigliere Lisa Carusi e presentato dall’Amministrazione Comunale. Allo spettacolo è stato accreditato  un successo incredibile  con un  pubblico  che ha tributato lunghissimi applausi agli strepitosi attori del gruppo teatrale Junior,  facendo registrare  un apprezzamento fuori dal comune. Uno spettacolo per dire No a tutte le forme di violenza, in primis la guerra che rappresenta il più gande fallimento dell’essere umano quando crede che essa sia l’unica forma per risolvere i problemi che lo stesso uomo ha generato.

Lo spettacolo è andato in scena di mattina per gli studenti delle scuole di I e II grado di Celano mentre la sera era aperto a tutti. Scroscianti applausi e consenso unanime è stato attribuito a uno spettacolo che ha avuto il coraggio di portare in scena un tema di scottante attualità e di non facile trattazione. Il pubblico in più di un’occasione ha reagito alle scene proposte con grande commozione, fino alle lacrime, il che già di per sé  rappresenta un risultato eccellente, a dimostrazione che quando si propongono spettacoli dove la sincerità e la poesia la fanno da padrone si respira un’aria di immersione totalizzante, rigeneratrice per l’anima e lo spirito. Visibilmente soddisfatti ed emozionati  il consigliere Lisa  Carusi responsabile del progetto, il Sindaco Settimio Santilli, il Vice Sindaco Piero Ianni, l’Assessore Cinzia Contestabile, tutti presenti sul palco e che grazie al loro intervento hanno avvalorato ancor di più la causa oggetto di analisi e studio  di questo spettacolo. Un encomio a parte va rivolto al regista Angelosante che ha creato ex novo lo spettacolo dimostrando una maestria che richiama il saper fare arte dei grandi maestri del neorealismo italiano attualizzato in un linguaggio scenico moderno e dai ritmi serrati. Bravissimi gli attori, tutti molto preparati e capaci di trasmettere forti vibrazioni attraverso una recitazione scevra dall’enfasi e da una falsa retorica.

Presenti sul palco: ALESSANDRO BARUFFA, ALESSIA ISAC, ANASTASIA D’OVIDIO, ANDREINA LETTA, ANGELO CIACCIA CERONE, ANGELO MASTRODICASA, BRUNELLA LEOMBRUNI, ELEONORA CANIGLIA, ELEONORA CLEMENTE, ERNANI D’ALESSANDRO, FERNANDO CIACCIA CERONE, FRANCESCA CLEMENTE, FRANCO GENTILE, GINEVRA CANIGLIA, GIOELE CIACCIA CERONE, GAZIELLA MASI, ITALO PARIS, LISA DELLA ROCCA, LORENZO CERASANI, NICOLE SORICONE, STEFANIA PAGLIACCIA. Ottimizzazione e direttrici di scena:   ALESSIA SIMBOLI, ANNARITA MICHELON. Fra tutte le analisi formulate a conclusione  dello spettacolo, riportiamo quanto scritto dalla Professoressa Ferrantina Percossi, docente di Lettere nonché autrice di testi di critica artistica e teatrale: “l’Auditorium E. Fermi di Celano è stato fulcro di una metamorfosi che ha lasciato il pubblico a bocca aperta. Donato Angelosante Junior, con la maestria di un alchimista teatrale, ha distillato le essenze più profonde dell’esistenza, trasformando il palcoscenico in un caleidoscopio di emozioni. Un’esperienza catartica, un viaggio introspettivo che ha lasciato il pubblico sospeso tra l’orrore e la meraviglia, tra il dolore e la redenzione. L’opera, un affresco multiforme della condizione esistenziale, si è avvalsa di un linguaggio teatrale ricco e articolato, dove ogni elemento scenico – dalla gestualità degli attori alla scelta cromatica- è stato calibrato con precisione chirurgica. La rappresentazione, pur nella sua complessità.

Non ha mai perso di vista l’obiettivo di coinvolgere emotivamente lo spettatore, offrendo una riflessione profonda e stimolante sui grandi temi della vita e della morte, del bene e del male. Angelosante, con la competenza di un poeta visivo, ha disseminato la scena di correlativi oggettivi montaliani, evocando sensazioni e atmosfere attraverso oggetti quotidiani carichi di significato. Come nelle liriche del grande poeta ligure, un semplice manichino nero, un foglio di carta accartocciato o un albero spoglio diventano metafora di un mondo interiore tormentato, di una condizione umana segnata dalla sofferenza e dalla precarietà. In questo senso, il palcoscenico si trasforma in un paesaggio interiore, dove ogni oggetto è un frammento di un puzzle emotivo. Le oneste tessitrici dell’anima, con pazienza e coraggio, lavano via le macchie del mondo, sfidando le indifferenze dei potenti. La loro figura, richiamando le donne che nella storia hanno lottato per la giustizia e la dignità, diventa un simbolo di resistenza e di speranza. 

Di contro, i potenti del mondo, incarnati da figure spietate e ambiziose, venivano messi a nudo, condannati dal giudizio severo di Quasimodo, che echeggiava nelle parole pronunciate dagli attori.  120 minuti di sorprendenti meraviglie quasimodiane, montaliane e pirandelliane. Angelosante ha affrontato i mille volti della vita magistralmente, lasciando negli spettatori un’impronta indelebile e un viaggio interiore indimenticabile. E che dire della storia legata allo spietato personaggio storico di Cortes? Ha arricchito il pubblico di valori, di immaginazione, di verità nel modo in cui  solo Angelosante sa fare! Di tempra letteraria ogni monologo, originalissimi gli effetti tecnici della fiamma divampante, del male  e della sofferenza, della farfalla metafora della bellezza e della meraviglia della vita nonostante tutto, gli espedienti scenici e cromatici,  veri e propri capolavori della connotazione,  curatissime e molto espressive le voci, equilibrata la prossemica degli attori.

Lo spettacolo ha fatto naufragare il pubblico in un cocktail di emozioni tra le quali hanno prevalso la commozione e lo stupore per i significati di elevata altezza semantica e allegorica dei messaggi che ha saputo comunicare. Genialità artistiche che hanno generato un turbinio di riflessioni profonde e nient’affatto scontate”.

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