Avezzano – Per questa estate 2020 il Governo ha dato il via libera ai centri estivi che possono quindi ripartire. Ma la riapertura, per ovvi motivi, dovrà essere fatta seguendo le nuove disposizioni in materia di sicurezza sanitaria per la “giusta” convivenza con il virus. Una serie di misure che però portano, insieme ai limiti strutturali e al rapporto numerico con i piccoli utenti, una limitazione del servizio e un aumento dei costi.
A riguardo è intervenuto il Prof. Sandro Valletta, coordinatore dei servizi educativi 0/6 anni del Comune di Avezzano, che ha voluto fare una sua personale riflessione sulla questione centri estivi.
“Per molti bambini questa estate non sarà tanto ricca di opportunità educative e all’insegna della socialità, come in molti ci auspicavamo. A seguito del periodo passato in “lockdown”, con l’apertura dei centri estivi, la speranza era quella di poter far partecipare alle numerose attività, che vi si svolgono, i minori. Però, le disparità in Italia, nell’offerta degli stessi, sono molte e minano la socialità e la ripresa educativa dei bambini: sembra che l’isolamento sociale, ricreativo e formativo, per molti di loro, sia destinato a continuare. Basta analizzare il periodo di avvio delle attività, le fasce di età, le tariffe, le agevolazioni e le esenzioni. Da tutto ciò, emerge, chiaramente, un panorama frammentato in tutto il nostro Paese, con regole differenti in base ai vari Comuni che, spesso, creano confusione e marcano le differenze tra nord e sud. Appena è stata resa possibile la riapertura dalle linee guida ministeriali, ciò che ci si aspettava era, forse, una ripartenza all’unisono ma, tuttavia, non è stato così e non tutti sono stati pronti, da subito, a riaprire le attività dedicate ai più piccoli e ai giovani” dichiara il Prof. Valletta.
“In linea generale, poi, la situazione” continua il Professore “ si è resa ancor più difficile a causa di informazioni frammentate e ad un’offerta non uniforme per tutte le fasce d’età. Infine i costi, anch’essi diversi, da territorio a territorio, anche laddove il reddito familiare presentato è lo stesso. In questo periodo 5 genitori su 10 hanno fatto i conti con la riduzione temporanea dello stipendio, e quasi 1 genitore su 6, tra quelli di nuclei familiari più fragili, ha perso il lavoro a causa dell’emergenza “coronavirus”. Paradossalmente, se ad uno di essi è successo questo, con ciò ha anche perso il diritto alle forme di sostegno in base al reddito, che consentirebbero ai bambini, cosiddetti “fragili”, di svolgere attività formative e ricreative, importanti in questo momento, e cosa non da poco, se si considerano le profonde differenze, in termini di costi, che è possibile verificare sul territorio nazionale. Eppure, proprio quest’anno, l’offerta estiva è di particolare importanza dopo il lungo periodo di isolamento, le scuole chiuse e le tantissime famiglie che non trascorreranno nemmeno un giorno di vacanza, per fronteggiare il grave impoverimento”.
Ed ancora: “Secondo me, il diritto all’educazione del bambino/persona non può essere lasciato sempre in fondo alla lista. Questa estate deve essere l’occasione per restituirgli quanto necessita, perché il più colpito dall’isolamento educativo: le occasioni di socialità, di gioco e di apprendimento, che sono mancate, per prepararlo ad un rientro a scuola felice e sereno. Con questa breve riflessione, gradisco chiedere un impegno straordinario alle amministrazioni comunali, alle scuole e alle istituzioni, ad ogni livello, per aprire nel mese di agosto ancora altri spazi di gioco, di educazione e di socialità, per tutti i bambini, a partire da quelli che vivono le situazioni più svantaggiate, utilizzando tutti i fondi stanziati, semplificandone, se necessario, le procedure di impiego. L’estate, per loro, non deve essere un tempo vuoto, ma ricco di attività, che lo facciano crescere sotto tutti i punti di vista. La finalità è di garantire ai bambini e agli adolescenti un periodo ricco di opportunità, a prescindere dalle situazioni personali e familiari. Bisogna dimostrare, nei fatti, l’importanza, per i piccoli e per le loro famiglie, di ricostruire le relazioni educative e con i coetanei, per superare gli effetti dell’isolamento sull’apprendimento, sulla socialità e sull’attività motoria, per prepararsi alla ripresa del nuovo anno scolastico con l’entusiasmo giusto e doveroso per affrontarlo. Bisogna fornire risposte certe, per sostenere concretamente i bambini e le famiglie in maggiore difficoltà, per un supporto educativo, così come per quello economico e psicosociale. Grazie al sostegno delle varie amministrazioni comunali si sono aperti molti spazi, dove i minori stanno usufruendo di attività educative e ricreative”.
“Dai dati riportati sulle diverse riviste specializzate, si può evincere che questo periodo ha già coinvolto un congruo numero di bambine, bambini e adolescenti, sperando che il trend prosegua positivamente per tutto il periodo estivo, fino alla ripresa dell’anno scolastico, prevedendo un ulteriore ampliamento dell’intervento, con la ripartenza delle scuole, per supportare maggiormente i bambini e le famiglie in maggiore difficoltà. Perché, nonostante l’impegno di tantissime organizzazioni del terzo settore, di molte scuole e amministrazioni locali, i centri estivi non riescono, ad oggi, a garantire, totalmente, le attività educative, ricreative e motorie ai bambini e agli adolescenti che, in questo periodo, ne hanno particolarmente bisogno. Le difficoltà nel far decollare completamente l’offerta estiva riguardano, naturalmente, le stringenti regole di sicurezza sanitaria, che occorre assolutamente rispettare, le difficoltà di impiego delle risorse stanziate, ai diversi livelli, e le grandi differenze di modalità di accesso e di tariffe, che rendono estremamente complesso, in molti casi, per le stesse famiglie, orientarsi nella scelta” continua il coordinatore.
“Mi auguro che, nel mese di agosto, lo spettro delle opportunità possa ampliarsi, con l’impegno delle istituzioni e che, nel frattempo, si prepari la riapertura delle scuole e il regolare avvio dell’anno scolastico in tutte le Regioni entro il 14 settembre. Infine, non è giusto che si debba ritardare ulteriormente la riapertura a causa delle elezioni amministrative, per le quali il Ministero degli Interni può trovare valide sedi alternative” conclude il Prof. Valletta.