Chiesa, amministratori e mondo dell’agricoltura insieme per il territorio, giornata diocesana del ringraziamento a Celano

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«Custodia del creato, legalità, agromafie»

La Chiesa si fa attrice nella salvaguardia del territorio marsicano e nella denuncia delle ingiustizie.  La diocesi marsicana celebra infatti, Domenica 13 novembre a Celano, in comunione con la Chiesa italiana, la Giornata del Ringraziamento sul tema «Custodia del creato, legalità, agromafie. “Coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto” (Am. 9,14)».

Una comunità ecclesiale che vuole sporcarsi le mani, essere al centro del cambiamento, partecipe e promotrice di buone prassi e proposte da costruire con le amministrazioni, gli imprenditori, le associazioni. Una Chiesa, quella marsicana, che si pone così sulla scia del monito della Cei che nel Messaggio per la Giornata fa notare come “non poche volte all’interno dell’attività agricola si infiltra un agire che crea grandi squilibri economici, sociali e ambientali”. “È ormai ampiamente documentata in alcune regioni italiane l’attività fiorente delle agromafie, che fanno scivolare verso l’economia sommersa anche settori e soggetti tradizionalmente sani, coinvolgendoli in reti di relazioni corrotte”, la denuncia dei vescovi: “Il riciclaggio di denaro sporco o l’inquinamento dei terreni su cui si sversano sostanze nocive”. “Nelle imprese catturate da dinamiche ingiuste si rafforzano comportamenti che minacciano ad un tempo la qualità del cibo prodotto e i diritti dei lavoratori coinvolti nella produzione”.  

“Si tratta di strutture di peccato che si infiltrano nella filiera della produzione alimentare: si pensi alle forme di caporalato, che portano a sfruttamento e talvolta alla tratta, le cui vittime sono spesso persone vulnerabili, come i lavoratori e le lavoratrici immigrati o minorenni, costretti a condizioni di lavoro e di vita disumane e senza alcuna tutela”. Parlare di “agromafia”, inoltre, “significa anche parlare di pratiche di agricoltura insostenibili dal punto di vista ambientale e di sofisticazione alimentare che mina la tutela dei prodotti cosiddetti ‘dop’, così come uso di terreni agricoli per l’immagazzinamento di rifiuti tossici industriali o urbani”.

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