Cinque marsicani segnalati alla Procura dalla Polizia Locale di Tagliacozzo per commenti offensivi pubblicati su Facebook

Tagliacozzo – Nella mattinata di ieri la Polizia Locale di Tagliacozzo, al comando del tenente Paolo Pascucci, ha presentato presso la Procura della Repubblica notizia di reato nei confronti di cinque cittadini marsicani che, attraverso la piattaforma Facebook, hanno diffuso pubblicamente commenti offensivi nei confronti della stessa Polizia Locale di Tagliacozzo.

I fatti risalgono a un po’ di tempo fa quando, attraverso le pagine della nostra testata, Terre Marsicane, avevamo pubblicato la notizia relativa alle attività degli agenti della Polizia Locale di Tagliacozzo, impegnati nel sequestro di un ingente quantitativo di prodotti ortofrutticoli presso un’attività commerciale. La notizia, come sempre, è stata condivisa anche attraverso Facebook ed è stata commentata dagli utenti.

Alcuni dei commenti sono stati attenzionati fin dall’inizio per il loro tenore denigratorio. Preso atto di quanto avvenuto, la Polizia Locale di Tagliacozzo ha compiuto immediate verifiche sui profili social degli autori dei commenti in questione, ha condotto i riscontri necessari e, attraverso controlli anagrafici puntuali, ha identificato con precisione le cinque persone, tutte marsicane, i cui nominativi sono ora al vaglio della Procura.

Il reato che si configura, in questa circostanza, è regolato dall’art. 595 del Codice Penale: “Diffamazione“. Nello specifico si fa riferimento al comma 3 che recita: “Se l’offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a cinquecentosedici euro“.

In merito a quanto avvenuto, abbiamo raccolto le considerazioni del tenente Paolo Pascucci: “Ritengo i “social” strumenti interessanti attraverso i quali si può far circolare rapidamente delle informazioni, e che riescono a mantenere contatti con persone che altrimenti, con le dinamiche di oggi, difficilmente si riuscirebbe a mantenere, ma il diritto di esprimere la propria opinione non può e non deve essere confuso con la mancanza di rispetto. Una frase offensiva, un commento umiliante, oltre che penalmente perseguibili, sono soprattutto una forma di violenza che non può essere tollerata da una società evoluta“.

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