Avezzano – A seguito delle decisioni assunte dalla Direzione Generale della ASL, che ha vietato al personale di rilasciare interviste, nel rispetto di un codice deontologico interno, il dottor Roberto Testa, si è proposto di fatto, come interlocutore unico presso l’opinione pubblica sulla comunicazione istituzionale ufficiale.
Rafforzare il rapporto fiduciario fra cittadini e servizio pubblico, è senza dubbio l’intento comune che coinvolge i vertici della ASL e gli organi di informazione, soprattutto dopo la clamorosa risoluzione della convenzione fra l’Azienda Sanitaria e la Clinica Immacolata di Celano che aggiunge nuova incertezza in un contesto già dilaniato da esasperazione e rabbia.
Non a caso, sono molte le perplessità dei marsicani che, ancora attoniti di fronte alle condizioni del nosocomio di Avezzano, si chiedono come sia stato possibile trasformare il pronto soccorso dell’ospedale in una specie di girone dantesco, come hanno mostrato le televisioni nazionali, con i dannati del Covid, ammassati qua e là, in giacigli di fortuna.
Familiari che hanno perso i loro cari, attendono ancora risposte sulle morti avvenute in corsia, senza contare la drammatica fine del paziente morto all’interno della propria auto, nel parcheggio dell’ospedale, in attesa di un ricovero, e dei molti degenti andati a morire fuori regione, per la mancanza di posti a cui si è cercato di sopperire con una tendostruttura, evacuata dopo qualche giorno, perché inagibile.
E poi, altre storie incredibili, a partire dalla macchina per processare i tamponi mai arrivata, passando per le denunce dei sindacati sull’alto numero di ammalati Covid fra il personale sanitario in servizio, per arrivare alla stipula di una convenzione con la Clinica Immacolata di Celano, accreditata per 67 posti letto, e risolta unilateralmente dalla ASL, per una presunta inadempienza della Clinica stessa. Cosa è accaduto?
Forse i marsicani meriterebbero di sapere cosa prevedeva la convenzione. Sapere, per esempio se l’Azienda Sanitaria pubblica avrebbe sostenuto i costi di tutti i 67 posti letto, o solo quelli dei posti effettivamente occupati. Forse i marsicani meriterebbero di sapere, se i costi di adeguamento della Clinica privata, a carico della ASL, saranno recuperati.
Non ultimo, sarebbe interessante conoscere quali fossero i criteri assunti dalla convenzione per stabilire quali malati Covid andavano trasferiti presso la Clinica Immacolata. In effetti molti si chiedono se febbre, ossigenazione nel sangue e frequenza degli atti respiratori siano i soli parametri da misurare per capire se si hanno i sintomi del Covid.
Stabilito ciò, andrebbe spiegato a quale livello di tali parametri, sulla base della convenzione, sarebbe scattata la decisione di trasferire un paziente a Celano. Resta il dubbio se, nel caso di assenza di febbre, con saturazione superiore al 92% e frequenza degli atti respiratori fra 30 e 60, un paziente possa terminare la degenza a nella propria abitazione o debba necessariamente trascorrerla in una struttura dedicata.