Cognomi presenti in Opi

Caduto l’Impero Romano, le antiche popolazioni dei Marsi e degli Opici, che per secoli avevano abitato il territorio di Opi e di Pescasseroli, furono conquistate dai Longobardi. I popoli del posto, quindi, vennero a mescolarsi con i nuovi conquistatori acquisendo da loro la lingua latina e la religione cristiana.

Opi, come buona parte d’Abruzzo, fece parte del Ducato Longobardo di Spoleto. La Marsica venne occupata da Ariulfo o (Aginulfo) e Trasmondo. Nel 926 il Ducato di Spoleto passò sotto il dominio dei Franchi.

Uno dei discendenti, Berardo, ottenne come investitura il territorio dei Marsi e, in seguito, i suoi figli governarono la Marsica dividendola in piccole signorie. Nella seconda metà del XI secolo la Marsica conobbe il dominio dei Normanni: Guiscardo la conquistò attorno all’anno 1100.

Dal “Catologus Baronum” si apprende che Opi nel 1178 apparteneva a un milite di nome Rainaldo di Adenolfo.

Dagli inizi del Duecento e per tutto il Trecento il feudo di Opi divenne proprietà della famiglia d’Aquino di Rocassecca che era collegata a Federico Barbarossa per la parte paterna e aveva origini normanne per il ramo materno. E’ da questa nobile casata che discende Tommaso d’Aquino, uno dei più importanti filosofi del Medioevo.

Nel Quattrocento e nel Cinquecento subentrò la famiglia Di Sangro, discendente da Carlo Magno, attraverso un Conte dei Marsi che fin dal 930 fu fedele agli Aragonesi. Da tale famiglia arrivarono diversi doganieri che furono a Foggia tra i quali, nella seconda metà del Cinquecento, si distinse Fabrizio Di Sangro. 

Nel corso del Seicento, estintisi i Di Sangro, Opi appartenne dapprima alla famiglia Cimini, successivamente a quella D’Orazio. Nel Settecento arrivano le famiglie De Angelis e Serafini, infine, nel corso dell’Ottocento, i Dorotea Rossi. 

I primi cognomi autoctoni dei residenti di Opi furono censiti per la prima volta nel 1447. I primi cognomi trascritti nell’archivio parrocchiale, nei libri dei nati e dei morti, risalgono all’anno 1790 come ho potuto constatare personalmente durante il lavoro di riordino e inventariazione dell’Archivio Parrocchiale che sto portando avanti. E’ noto che a causa di depredazioni, devastazioni, incendi e terremoti, molto è andato perso nel corso dei secoli.

Notizie sui cognomi si possono trovare anche negli archivi Comunali, nelle biblioteche delle chiese, dei monasteri o in case private nelle quali sono stati conservati documenti e manoscritti.

Tornando alla storia dei cognomi, si nota che fino al 1442, anno in cui Opi e l’Abruzzo intero erano governati dai Duca d’Angiò, la loro provenienza aveva un percorso che conduce alle Regioni del Centro Italia: Toscana, Alto Lazio, Umbria e Marche. Cognomi quattrocenteschi come Cappelli, Rubini, Cimini, Moscatelli e più tardi i Tatti provengono da queste Regioni.

Quando Alfonso I D’Aragona sconfisse gli Angioini nel 1443, Opi e tutto l’Abruzzo entrarono nell’orbita di potere degli Aragonesi e, da questo momento, si rileva la presenza di cognomi originari delle Regioni del Regno delle Due Sicilie: Puglia, Campania e Sicilia. Nel 1500 e 1600 alcuni degli antichi cognomi tendono a decadere fino a scomparire del tutto nei primi anni dell’Ottocento, come nel caso dei Rubini, Di Liso e dei Cappelli. 

Nei primi anni del Settecento, lungo i tragitti della transumanza, si afferma la presenza della cosiddetta burocrazia napoletana: notai, avvocati, militari, impiegati che provenivano dall’area napoletana e dal palermitano. Quindi compaiono ad Opi nuovi cognomi di chiara origine meridionale: Ursitti e Sgammotta dalla Sicilia; Boccia, Cellone, Leone e Serone dall’area napoletana; Di Vito, Di Liso, D’Ercole e Paglia dalla Puglia.

Negli anni più recenti, a causa di una forte riduzione delle nascite, che interessa Opi ma anche Pescasseroli e l’Italia in generale, rischiano di scomparire non solo i cognomi, ma un’intera popolazione. Alcuni cognomi come Mascia, Moscatelli, Di Marino, Sabatini, Sforza e D’Ercole sono quasi svaniti.

Termino dicendo che il cognome Boccia ad Opi si rintraccia già nel 1716. E’ originario di San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli. Uno dei membri della famiglia Boccia, militare borbonico, agli inizi del 1700, dopo aver commesso un delitto d’onore, tentò di fuggire in Puglia. Al seguito di alcuni pastori abruzzesi, raggiunse Opi in primavera, al ritorno delle greggi, e qui si stabilì dopo aver sposato una ragazza del posto. Oggi è uno dei cognomi più diffusi ad Opi. Un ramo dei Boccia si rintraccia anche a Pescasseroli.

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