È molto probabile che, durante un servizio del telegiornale o in occasione di una riunione di condominio, sia venuta fuori la questione riguardante il superamento e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Ma che cosa sono esattamente e come si possono superare? Partendo già dal presupposto che si sta facendo molto rispetto a qualche tempo fa, ma c’è ancora da fare, vediamo dunque una iniziale definizione prima di sviluppare il discorso.
Per essere sicuri di non tralasciare nulla citiamo dunque quando dice il dizionario online della prestigiosa Enciclopedia Treccani per cui “una barriera architettonica è un impedimento che limita o rende impossibile la fruizione di spazi, edifici e strutture, ostacolando in particolare il passaggio a bambini, anziani e persone con difficoltà motorie (portatori di handicap costretti a muoversi su sedia a rotelle), sensoriali (persone prive della vista) o psichiche (persone con disturbi mentali che si ripercuotono sulla capacità di spostamento)”.
In aggiunta va detto anche che tale discorso si estende sia agli edifici pubblici che privati senza dimenticare esempi molto più pratici e tipici della vita di tutti i giorni. Quali? Provate a far caso ai marciapiedi se sono abbastanza bassi o presentano degli “avvallamenti” per garantire la salita e la discesa delle carrozzine, se i vari semafori hanno dei segnalatori acustici, se gli ascensori hanno i tasti scritti in braille, se i banconi dei bar consentono di ordinare qualcosa senza sporgersi troppo, se all’interno di alcuni locali ci sono i bagni per i portatori di handicap, se nel vostro condominio ci sono i montascale per anziani e così via.
Come già detto qualche riga fa, attualmente, la situazione è molto migliorata rispetto a 20 o 30 anni fa, ma rimane indubbio il fatto che in molte città italiane, sia per le strade che nei vari edifici, vi siano ancora del lavoro da fare in tal senso.
Tra i provvedimenti legislativi in Italia che hanno più contribuito ad una maggiore attenzione in tal senso vi è però il Decreto Ministeriale 236/89, ovvero l’attuazione della Legge 13/89 che sanciva l’obbligo del superamento e dell’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici, e garantiva una maggiore autonomia e tutela alle persone con menomazioni, durature o temporanee, e/o portatrici di handicap attraverso un “tridente di vie” per gli edifici. Queste sono dunque l’accessibilità, la visitabilità e l’adattabilità.
Oltre a ciò non vanno dimenticati i lavori, piccoli e grandi che siano, che molti italiani hanno attuato in occasione del Bonus del 110%. In questa maniera si sono potuti fare molti interventi per rendere le proprie case più sicure ed accessibili ai disabili!
La stessa cosa si può poi notare in occasione delle assemblee condominiali dove discorsi come ristrutturazioni, ascensori interni, montascale prezzi e così via sono quasi sempre all’ordine del giorno.
In conclusione, per rispondere alla domanda del titolo, occorre dunque sfruttare tutti gli incentivi, i bonus e le leggi per fare in modo che un edificio sia accessibile, tanto per fare un esempio, ad un non vedente oppure a chi non può camminare. Anzi, provate a fare una piccola analisi in tal senso la prossima volta che uscite di casa, avete tutte le carte in regola?