Commercializzazione di sacchetti di plastica non a norma. Scattano i controlli dei carabinieri forestali

Si rischiano sanzioni fino a 5.000 euro. E sono già decine i verbali di contestazione di illecito amministrativo redatti dai carabinieri forestali del territorio

Marsica. Si rischiano sanzioni fino a 5.000 euro. E sono già decine i verbali di contestazione di illecito amministrativo redatti dai carabinieri forestali del territorio.

È in corso nella Marsica, e in tutta la Regione, un’operazione dei carabinieri forestali, mirata al controllo della commercializzazione dei sacchetti di plastica per l’asporto delle merci, i cosiddetti shoppers. Tutte le stazioni del territorio, in questi giorni, stanno “setacciando” le attività commerciali come centri e parchi commerciali, negozi della piccola distribuzione, discount e supermercati, per verificare se i proprietari si sono messi in regola, fornendo ai clienti le “buste per la spesa” biodegradabili e compostabili.

Troppo spesso, infatti, il cliente, affidandosi con buona fede al commerciante, che alla fine della spesa dà un sacchetto che a prima vista potrebbe sembrare a norma, finisce con riportarsi a casa una busta che invece non è biodegradabile. Proprio quelle buste finiscono a volte nei centini dove si raccoglie l’umido, venendo poi raccolte dalle società che si occupano di raccolta dei rifiuti all’interno dell’organico, andando a compromettere la qualità della raccolta.

È proprio questo il processo che i militari dell’Arma del nucleo Forestale mirano a contrastare con un’operazione capillare sul territorio. Un fenomeno che inevitabilmente oltre a compromettere la qualità del prodotto compost comporta anche perdite in termini economici.

È dal 21 agosto del 2014 che sono in vigore le sanzioni per la commercializzazione dei sacchetti di plastica monouso per l’asporto di merci non biodegradabili e compostabili, anche se ceduti a titolo gratuito. Secondo la legge va sanzionato anche chi offre gratuitamente al cliente il sacchetto che non è in regola.

I “sacchetti usa e getta”, dunque, devono essere compostabili per garantire la riduzione dell’impatto ambientale e la possibilità di essere poi impiegati per la raccolta differenziata dei rifiuti organici domestici.

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