Grazie a un finanziamento del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), il Parco Nazionale d’Abruzzo ha portato a termine un importante intervento di recupero e valorizzazione dei muretti a secco lungo i tracciati della rete sentieristica.
Di seguito il comunicato ufficiale che illustra i dettagli dei lavori e gli obiettivi raggiunti, con un focus sul sentiero H5 di Villetta Barrea, antica via di collegamento tra la Valle del Sangro e la Valle del Sagittario.
“Il Parco, grazie ad finanziamento del MASE per il recupero e la valorizzazione dei muri a secco, ha realizzato una serie di interventi finalizzati al ripristino e al recupero di queste strutture. L’intervento, di Villetta Barrea ha interessato il sentiero H5, uno dei tracciati viari più antichi del Parco, che anticamente collegava la Valle del Sangro con la Valle del Sagittario, da Villetta Barrea a Scanno.
L’itinerario è caratterizzato da imponenti strutture murarie in pietra a secco che, prima dei lavori, presentavano gravi forme di degrado: brecce di crollo, deformazioni dovute a spinte dei terrapieni, perdita di porzioni sommitali e sgrottamenti.
L’intervento ha operato una attenta e diffusa manutenzione straordinaria delle murature in pietra, permettendo di raggiungere i seguenti obiettivi:
– Ricomporre le cortine murarie degradate con l’utilizzo esclusivo solo del materiale di crollo presente sul posto;
– Ricostruire le tipologie di tessiture murarie preesistenti;
– Ripristinare la funzione di difesa del suolo delle strutture lapidee con la messa in equilibrio dei versanti e
conseguente mitigazione dei dissesti idrogeologici;
– Rendere visibile/percorribile/fruibile il patrimonio della viabilità antica;
– Conservare la funzione ecologica delle strutture murarie, quali “strutture litiche porose” ricche di cavità interstiziali ospitanti microhabitat per fauna e flora.
Oltre alle strutture murarie in pietra a secco sono stati recuperati altri manufatti posti lungo l’itinerario “H-5”, e in particolare una interessante ed inedita “caricara”, cioè una fornace a pozzo, di forma circolare, posta a monte della strada Villetta –Scanno, nella quale si trasformavano le rocce calcaree (costituite per lo più da carbonato di calcio) in “calce viva”. È la testimonianza di un’attività produttiva dimenticata, legata ad una economia appenninica fondata sulla autosussistenza e sulla autoproduzione, che prevedeva l’utilizzo delle risorse a disposizione: infatti le abitazioni venivano costruite utilizzando esclusivamente materiali locali: pietra e legno. Per la muratura si utilizzavano esclusivamente pietre locali e, come legante, appunto calcina magra prodotta dalla “cottura” della pietra locale.
Il posizionamento del forno da calce sul fianco della montagna aveva una duplice funzione: da un lato, consentiva di sfruttare la massa rocciosa o terrosa per garantire un notevole isolamento termico alla fornace, dall’altro consentiva di avere accesso dall’alto alla bocca superiore della stessa, favorendo le operazioni di carico della pietra calcarea.
Il Parco ha riconsegnato agli utenti il sentiero H5 rendendo possibile una fruizione completa. Oltre alla esperienza di percorrere il sentiero attraversando un paesaggio caratterizzato da antichi seminativi delimitati da muri a secco, da cumuli di spietramento e da foreste, sarà possibile esperire la “QUARTA DIMENSIONE”: quella del TEMPO, cioè vedere e toccare con mano la storia materializzata nei manufatti di pietra che costituiscono il patrimonio culturale diffuso.
Ma quello del sentiero H-5 è solo uno dei 6 progetti che hanno coinvolto il territorio del Parco grazie ad un accurato lavoro di analisi e censimento di strutture di interesse pubblico svolto grazie alla collaborazione con l’Arch. Gerardo D’Addezio e i suoi collaboratori, e che ha interessato anche i comuni di Bisegna, Pescasseroli, Opi, Civitella Alfedena e Barrea, di cui vi continueremo a raccontare nelle prossime settimane”.
Fonte: Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise