Capistrello – “Siamo costretti a constatare che il primo atto dell’Amministrazione Murzilli, con profondo rammarico, consiste nell’aumento della tariffa Tari. Nonostante il numero degli abitanti negli ultimi anni sia sceso di alcune centinaia e dunque il costo complessivo dovrebbe essere quantomeno inalterato, l’importo dovuto dal Comune all’ente gestore Segen passa dagli attuali 707.159,20 pagati nel 2023 a 774.965,00 nel 2024 e raggiungerà ben 799.227,00 mila euro nel 2025”. Lo scrivono, in una nota, i consiglieri di minoranza del Comune di Capistrello Orazio De Meis, Angelo Stati, Daniele Bisegna e Ernesto Liberati.
“Pertanto, – continua la nota – i nostri cittadini dovranno pagare una bolletta Tari del 10% in più nell’anno in corso rispetto a quanto dovuto nel 2023 con un’ulteriore rialzo del 5% nel 2025. Ricordiamo con piacere che negli ultimi anni le tariffe sono rimaste invariate e con la rimodulazione contrattuale del Dicembre 2023, a fronte di una diversa frequenza del servizio, l’amministrazione uscente ha ottenuto a carico di Segen anche la gestione del centro raccolta sito in Via Palentina.
Spiace dover imputare agli attuali amministratori la mancata attività di negoziazione con l’ente gestore per ottenere una calmierazione delle tariffe, e di aver supinamente accettato le richieste di aumento pervenute dalla Segen. Nella seduta consiliare, non sono stati in grado di definire i motivi di alcuni aumenti come quello legato al costo della raccolta (mediamente superiore al 30%) o alcuni costi di competenza comunale che fino ad oggi erano pari a zero. Da parte nostra, dato che i servizi offerti rimaranno gli stessi ma il costo sostenuto dai cittadini sarà maggiore, abbiamo proposto al Sindaco di attivarsi per trattare con Segen affinché aumenti la frequenza settimanale della raccolta porta a porta”.
“Per dover di cronaca, – concludono i consiglieri – precisiamo che le presunte fatture non pagate relative all’indicizzazione presentante in Consiglio comunale dai colleghi della maggioranza, non sono altro che delle richieste unilaterali di aumento del costo. Tali aumenti non erano previsti nei precedenti accordi intercorsi con il fornitore e pertanto correttamente rigettati dall’amministrazione Ciciotti”.