Concorso Asl, depositato il ricorso

Un altro, ennesimo, caso di “mala sanità”. Non nel modo cui siamo abituati, fortunatamente. Qui l’errore umano avrebbe prodotto fatalità ancora rimediabili anche se attraverso le Forche Caudine della Giustizia. Questa la strada che circa 100 candidati hanno scelto per far valere una serie di doglianze riguardanti gravi omissioni che, a loro dire, sarebbero state riscontrate durante lo svolgimento della prima prova del concorso indetto dalla Asl 1 Avezzano-L’Aquila-Sulmona, con in palio 4 posti per operatore socio-sanitario. A competere per queste posizioni oltre 800 candidati, recatisi nel palazzetto dello sport di Roccaraso nello scorso Luglio. Il test era destinato a fungere da sbarramento per l’accesso all’orale consentendo solo ai primi 170 in graduatoria il “passaggio del turno”. Col deposito del ricorso al TAR Abruzzo, avvenuto proprio in queste ore, il caso è finito sullo scranno del Giudice amministrativo.

I ricorrenti, rappresentati e difesi dall’avvocato Mario Angelo Candido, lamentano il mancato rispetto di principi essenziali nell’esecuzione del procedimento pubblico di selezione, parametri di rilevanza costituzionale con estensioni pratiche volte a generare condizioni di uguaglianza, meritocrazia ed imparzialità nell’espletamento delle prove. Si legge infatti nella missiva inoltrata alla Direzione Generale della ASL lo scorso 20 dicembre, con l’intenzione di attivare un procedimento di autotuleta cautelare atto a mettere in stand-by la procedura di selezione in attesa della pronuncia del Giudice, che «per l’espletamento della prova pratica, non solo la Commissione giudicatrice non ha fatto ricorso al metodo della esecuzione individuale […] ma ha optato per lo svolgimento, in forma collettiva e contestuale, di una prova per così dire “simulata” consistente nella compilazione di un questionario». Il tutto sarebbe stato realizzato in un’atmosfera surreale con una vigilanza che «non è stata di fatto esercitata», consentendo il chiacchiericcio generale e l’utilizzo di smartphones, minando di fatto la funzione stessa della prova.

La rassegna di irregolarità denunciata non si ferma qui. I fogli consegnati per la prova, contenenti il questionario con domande a risposta multipla, non recavano alcun timbro o firma, contravvenendo alle espresse disposizioni di legge in materia. La consegna degli elaborati, per giunta, sarebbe avvenuta nelle mani di personale non facente parte della Commissione esaminatrice che non avrebbe apposto sui lembi delle buste nessuna firma di contrassegno.

La palla passa ora al Giudice amministrativo che scriverà, lui sì, la parola fine su questa querelle concorsuale.

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