Conservazione dell’orso: “Riduzione della mortalità e aumento dell’accettazione del plantigrado nelle future aree di espansione”

Conservazione dell'orso: "Riduzione della mortalità e all'aumento dell'accettazione del plantigrado nelle future aree di espansione"

Abruzzo – Il successo nella conservazione dell’orso è funzione di una complessità di fattori che vanno dalla biologia alla politica, dall’ambiente alla sfera culturale e sociale. Una buona ricetta per minimizzare i rischi che l’orso deve affrontare in Appennino dovrebbe prevedere una serie di ingredienti indispensabili: una corretta informazione, maggiore sensibilità ambientale e grado di accettazione, maggiore impegno civico e incisività della componente politica.

Gli orsi muoiono in Appennino. Investimenti, veleno, armi da fuoco, lacci causano un numero elevato di morti e richiedono una presa di responsabilità collettiva. La morte di molti orsi poteva essere prevenuta.
Mele, pere, ciliege, pecore, galline, api e rifiuti attraggono gli orsi. Ma i conflitti possono essere mitigati. L’aumento vertiginoso del numero di visitatori all’interno delle aree protette offre molte opportunità, ma se non gestito, anche effetti indesiderati.

La genetica e i piccoli numeri non giocano a favore degli orsi, eppure gli orsi sono ancora vitali e unici. Tuttavia, nella loro espansione si gioca la possibilità di non perdere altra variabilità genetica. Emergenze? Opportunità, forse, se riuscissimo a recuperare una dimensione individuale e collettiva della conservazione della natura. In termini di priorità, le azioni necessarie per il futuro dell’orso, sono, al primo posto, quelle mirate alla riduzione della mortalità e all’aumento del grado di accettazione del plantigrado nelle future aree di espansione.

La conservazione dell’orso è legata ai nostri comportamenti, valori e decisioni. Maggiore sarà il rispetto e la tolleranza, meno vulnerabile sarà la popolazione ai cambiamenti del clima e all’uomo, e maggiore la probabilità che gli orsi riusciranno a muoversi con successo in Appennino.

Fonte: L'orso e la formica - Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise

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