Coronavirus, contagi quasi raddoppiati in Abruzzo, Circa 60 ricoverati di cui 10 in terapia intensiva | Verì, serve maggiore senso di responsabilità

Lo sottolinea l’assessore alla salute, Nicoletta Verì, che torna a chiedere uno sforzo ancora più importante all’intera comunità regionale.

 Questi i dati di oggi
In Abruzzo, dall’inizio dell’emergenza, sono stati registrati 74 casi positivi al Covid 19, diagnosticati dai test eseguiti nel laboratorio di riferimento regionale di Pescara. Per un conteggio errato (un doppio test era stato riferito invece a un nuovo caso), questa mattina era stato comunicato che i positivi erano 75.

49 pazienti sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva, 10 in terapia intensiva, mentre gli altri sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl.

Dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, il laboratorio di Pescara ha eseguito 401 test, di cui 327 sono risultati negativi.

Dei casi positivi, 8 si riferiscono alla Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, 15 alla Asl Lanciano-Vasto-Chieti, 43 alla Asl di Pescara e 8 alla Asl di Teramo. Va precisato che il numero elevato di casi registrati a Pescara è anche legato al fatto che al Santo Spirito accedono pazienti provenienti anche da altre aree della regione.

“Purtroppo – continua l’assessore – continuiamo ad assistere, nonostante le tante raccomandazioni, a comportamenti irresponsabili che mettono a repentaglio la salute di tutti noi. L’ho detto già nei giorni scorsi: non stiamo vivendo un film di genere catastrofico, in cui gli autori snodano le situazioni e delineano il finale della storia. Questa, invece, è la realtà e spetta a noi impegnarci per arrivare al lieto fine prima possibile”.

“Il nostro sistema sanitario regionale – prosegue la Verì – è sottoposto a uno stress enorme, ma i tanti professionisti che da giorni lavorano senza sosta all’interno delle strutture, ne stanno garantendo la tenuta e le cure agli ammalati. Le risorse, però, non sono infinite e qui entra in gioco il senso civico e di responsabilità di ogni singolo cittadino: non creiamo situazioni inutilmente rischiose per questi uomini e donne che sono in prima linea per tutti noi. E soprattutto evitiamo comportamenti pericolosi ed evitabili, che andrebbero a gravare su una rete già in emergenza”.

“Ci sono zone della nostra regione – aggiunge – in cui abbiamo registrato casi ancora non completamente tracciati e su cui c’è un’altissima attenzione da parte dei clinici. Allo stesso modo, però, voglio invitare i cittadini alla calma e a non farsi prendere dal panico, ma di contattare telefonicamente il proprio medico di famiglia per comunicare eventuali e inspiegabili peggioramenti del proprio stato di salute. Capisco che il contesto condiziona la nostra capacità di giudizio, ma pur mantenendo alta la guardia, non dimentichiamo che non tutte le sindromi influenzali sono legate al Coronavirus: e lo dimostra il dato dei tamponi eseguiti dall’inizio dell’emergenza a oggi, con oltre l’80 per cento che ha dato esito negativo. Fidiamoci, dunque, di quello che ci dicono gli infettivologi, che sono gli unici a stabilire i sintomi che giustificano l’effettuazione di un tampone”.

“Inutile nascondere – conclude l’assessore – che la situazione è seria e non va sottovalutata. Come istituzioni abbiamo predisposto in anticipo tutte le azioni utili a far fronte a un’eventuale maxi emergenza e a limitarne l’impatto, ma abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, che si concretizza nel modificare in questo periodo le nostre abitudini. Non è il momento, poi, delle polemiche e per questo trovo inaccettabile leggere attacchi su trasferimenti di pazienti o attrezzature da un ospedale all’altro: sono possibilità contemplate dal piano di emergenza vigente, perché i pazienti positivi al contagio vanno il più possibile isolati e concentrati in poche strutture. E lo stesso vale per il personale e le attrezzature che devono arrivare dove sono più necessarie. Basta dunque a dibattiti inutili e strumentali, perché oggi l’obiettivo è più importante e per centrarlo dobbiamo essere uniti”.

Nel frattempo, si continua a lavorare anche su altri aspetti tecnici connessi alla gestione dell’emergenza, come il provvedimento che renderà finalmente fruibili a tutti i servizi della ricetta dematerializzata.

Al fine di limitare il flusso di pazienti che accedono agli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, infatti, il cittadino d’ora in poi potrà recarsi in farmacia esibendo la tessera sanitaria e il numero di ricetta elettronica comunicato dal medico. Il farmacista, grazie al codice, individuerà la prescrizione e dispenserà i farmaci. Il tutto, appunto, senza recarsi nell’ambulatorio del proprio medico.

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