Un farmacista di ruolo, l’altra col contratto in scadenza fra 10 giorni, preparano le dosi per tutta la Marsica. Turni massacranti e poco personale, liste per le vaccinazioni che saltano all’ultimo momento e dosi che arrivano col contagocce.
Avezzano – I volontari del centro vaccinale di Tagliacozzo, quotidianamente sul pezzo nella struttura allestita presso il palazzo rinascimentale Orsini-Colonna, sono estremamente efficaci nel far funzionare il centro come un orologio svizzero. Dispongono di 4 linee vaccinali per un potenziale di 400 vaccinazioni quotidiane, ma sono costretti a viaggiare a scartamento ridotto, non certo per colpa loro.
La filiera di approvvigionamento delle dosi è una sorta di Idra la cui testa sarebbe L’Aquila che stabilisce la distribuzione dei quantitativi in Marsica. Qui, presso l’ospedale di Avezzano, si provvede alla preparazione delle dosi che poi, attraverso i volontari, vengono consegnate negli hub di Tagliacozzo e Pescina e al centro vaccinale di Avezzano allestito presso la Vivenza.
E pensare che all’inizio della campagna vaccinale erano stati previsti locali, sia a Tagliacozzo che a Pescina, adibiti a farmacie per la preparazione delle dosi, poi dalla ASL, è arrivato il contrordine, e tutto il lavoro preparatorio è stato accentrato presso la farmacia dell’Ospedale del San Filippo e Nicola.
Oggi presso l’Ospedale di Avezzano, tutta la fase preparatoria è affidata a un solo farmacista di ruolo, coadiuvato da un’altra professionista con contratto a termine, fra l’altro in scadenza, a metà maggio, e non si sa ancora se verrà rinnovato. A loro si aggiungono alcuni giovani neolaureati per il supporto operativo. Tutto questo per un bacino di utenza di 140.000 persone.
Secondo quanto riferito dai volontari del centro di Tagliacozzo, il loro hub, unitamente a quelli di Avezzano e Pescina, dovrebbero viaggiare a un ritmo di oltre 1.000 inoculazioni quotidiane, eppure questo numero non è mai stato raggiunto, neanche durante i vaccino day. Addirittura, la giornata di ieri si è rivelata piuttosto fiacca con sole novanta somministrazioni fatte a Tagliacozzo.
In effetti nei giorni scorsi erano giunte diverse segnalazioni in redazione, di cittadini di Avezzano, prenotati per vaccinarsi, ma costretti a desistere perché mancava il numero di vaccini a copertura delle prenotazioni effettuate. Con un velo di amarezza i volontari ci dicono che di questo passo, la campagna vaccinale terminerà nel giugno 2023.
Il paradosso è che i vaccini continuano ad arrivare ma per qualche astrusa ragione il meccanismo non funziona come dovrebbe, e cosi accade che i quantitativi vengano centellinati attraverso un sistema di distribuzione che prevede una prima consegna al mattino con delle staffette che fanno la spola da Avezzano a Tagliacozzo e Pescina. Spesso non si riesce a vaccinare prima delle 10/11 del mattino.
Altro capitolo, non meno misterioso, è quello della compilazione delle liste. Ufficialmente approntate secondo rigidi criteri di priorità, legati alla data di prenotazione. Le lamentele degli ultimi giorni, di persone già convocate per la vaccinazione ma rispedite a casa per la mancanza di vaccini, farebbero pensare che non c’è coordinamento fra chi si occupa delle liste e chi distribuisce i vaccini sul territorio.
Arrivano sempre più numerose le segnalazioni di persone che vantano diritti di esenzione per fragilità, età o per l’appartenenza a categorie specifiche che non sono state ancora chiamate nonostante abbiano fatto la prenotazione da settimane.
Un operatore allo stremo, ci racconta “La sanità sembra essere diventata una sorta di palcoscenico dove viene rappresentata una realtà di facciata, che per ora si tiene solo per il sacrificio di quei pochi che non appaiono mai a fare sfoggio di vanità a favore di telecamera. Quelli che lo scorso anno, tutti si affrettarono a chiamare eroi e che oggi sembrano essere spariti dalle cronache troppo occupate dal taglio dei nastri. “
Se nell’opera di Pirandello, i protagonisti della storia, il Signor Ponza, e sua suocera, la Signora Frola, si sono salvati dal devastante terremoto della Marsica del 1915, chissà se ce la faranno a uscire vivi anche dai meandri della sanità marsicana?