Consultando un documento portante la data dell’8 luglio 1926, documento risalente a 90 anni fa, e visto la condizione del lago artificiale di Barrea, dopo il prosciugamento, o meglio, lo scarico delle acque, a favore del lago di Bomba, anch’esso negli ultimi tempi mancante di acqua, mi viene voglia di dare notizie dell’allora progettato lago di OPI, mai realizzato, mentre quello di Barrea fu realizzato.
Nel 1920 era stato predisposto un progetto per la realizzazione del lago artificiale di Opi, lago che doveva servire come riserva al lago di Barrea, che a sua volta doveva servire quello di Bomba, come ancora oggi avviene, e tutti gli ENTI del territorio si opposero e il Ministero dei Lavori Pubblici dovette sospendere il tutto.
Poi negli anni 1950, si tornò a parlare sull’argomento e il Comune di OPI per non “restare insensibile” a provvedimenti ingiusti, per non far danneggiare il patrimonio Comunale, la proprietà privata, la salute pubblica e il turismo nell’ambito del Parco Nazionale d’Abruzzo, si oppone ancora una volta, richiamandosi ai discorsi pronunciati alla Camera dei Deputati, nei giorni 23 febbraio e 9 marzo del 1927, da un emerito deputato rappresentante la Regione Abruzzo.
Il Comune di OPI, con atto del Consiglio Comunale,“ nell’intento di amministrare i beni demaniali e tutelare gli interessi di tutti i cittadini, come innanzi detto, si oppose a tale progetto inviando al Ministero dei Lavori Pubblici e per conoscenza alla Presidenza del Senato, della Camera dei Deputati, al Ministro degli Interni, all’Alto Commissario per la Sanità, all’Alto Commissario per il Turismo e S.E. il Prefetto de L’Aquila e al Presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, una deliberazione ad oggetto: Opposizione alla costruzione del lago di OPI, la stessa venne inviata in data 30 marzo 1951.
Era Sindaco di OPI Erminio Ursitti e Segretario Comunale Glori rag. Italico.
Il Comune di OPI, nella sua opposizione faceva riferimento alla legge 778 dell’11 giugno 1922 e la legge 1523 del 17 luglio 1923, la legge per la tutela delle bellezze naturali e la legge istitutiva del Parco, senza porre ostacolo alle iniziative del Consorzio Idroelettrico del Sangro.
Non ci dimentichiamo che in quegli anni le Municipalità e le Popolazioni dell’Alto Sangro cominciavano a fare i conti con la presenza del Parco.
Nell’articolato della delibera si facevano rilevare gli interessi de cittadini, interessi di ordine igienico, sanitario, agricolo, commerciale, industriale, sociale e politico, oltre naturalmente al danno che, in caso di realizzazione dell’invaso, si arrecava alla transumanza e ai 140.000 capi ovini che transitavano lungo il Tratturo PESCASSEROLI-CANDELA, che dall’Abruzzo portava alla Puglie e viceversa e al pascolo dei 500 capi bobini ed equini, che dopo la raccolta del fieno venivano lasciati al pascolo brado, di proprietà dei cittadini di OPI, e non fu neanche trascurato il fatto che nella stessa pianura c’erano e ci sono le stalle costruite fin dal 1700 “ Pagliara” adibite alla custodia e rimessa degli animali, nel periodo invernale.
Altre cose vantava il Comune di Opi per resistere alla realizzazione dell’invaso ma, la cosa più interessante veniva data dalla relazione sulla costituzione Geologica delle valli di OPI e BARREA che ci aggiungiamo a raccontare brevemente.
Una delle cose più importante che venne fuori dalle trivellazioni fatte dalla Società Italiana del Carburo di Calcio che stava trivellando il territorio tra OPI E PESCASSEROLI, per ordine del Ministero dei Lavori Pubblici, fu che la grande permeabilità del bacino imbrifero del progettato lago di OPI.
Il terreno risultò infido e che il terreno non avrebbe mantenuto l’acqua, inoltre si gridò addio alle bellezze del paesaggio, alla industria Alberghiera, addio al Parco appena istituito, all’economia della valle Sangritana oggi (Alta Valle Sangro).
Nella relazione dell’Ing. Zaccagna datata Aquila (oggi l’Aquila) 14 agosto 1926 che tratta delle trivellazioni nella piana di OPI, viene fuori che in alcuni punti della vasta pianura, nelle vicinanze del Colle della Regina e vicino alla forra (
Foce di OPI) presentavano delle forre, caverne, inghiottitoi, quindi la tenuta dell’acqua diventa problematica, così dice l’Ing. Zaccagna e il progettato lago di OPI non si fece.
Mentre per il lago di BARREA, il Zaccagna dopo aver analizzato le trivellazioni effettuate al bacino di BARREA conclude dicendo che le condizioni geologiche dei due bacini sono sfavorevoli alla loro riuscita di contenere acqua, ma sono assai più gravi per il progettato lago di OPI.
Il lago di BARREA, ha visto la luce, mentre quello di OPI no