L’Aquila – Dopo la notizia dell’inaugurazione di 4 nuovi posti di terapia intensiva all’interno dell’edificio Delta chirurgico dell’ospedale San Salvatore di L’Aquila un cittadino marsicano ha voluto raccontare alla nostra Redazione la sua storia. Una toccante testimonianza che riguarda proprio il nosocomio aquilano dove, all’inizio del mese di maggio, era stata ricoverata la madre, di 61 anni, dopo aver contratto il Covid-19.
“I primi giorni” ci confida il cittadino “mia madre è rimasta a casa ed era stabile. Poi è iniziato il calvario ed è stata trasportata in terapia intensiva all’Ospedale di L’Aquila”.
Da quel momento inizia un periodo difficile per la famiglia marsicana ma grazie alla professionalità e all’umanità dei medici e degli operatori sanitari dell’Ospedale aquilano i familiari della donna venivano continuamente aggiornati delle sue condizioni.
“Tutti i giorni mi chiamava il dottor Ciccone per aggiornarmi della situazione di mia madre” continua il marsicano “ho trovato persone preparate, educate e con un cuore grande. Hanno curato mia madre, appesa al filo della speranza, come se fosse la loro madre. Le hanno dato amore e carezze e hanno fatto sì che riuscisse a passare la malattia nel modo migliore. Anche se la sanità viene spesso criticata bisogna anche capire che i medici, gli infermieri e tutti gli operatori sanitari combattono con le armi che hanno a disposizione”.
La testimonianza del cittadino marsicano si conclude con un bel augurio in riferimento ai nuovi posti di terapia intensiva a L’Aquila: “Il mio pensiero e la mia speranza è che quei posti rimangano sempre vuoti”.