Regione Abruzzo taglia i fondi per la cultura. Pietrucci (PD): “meno 65% nel 2020, una scelta diabolica”

Abruzzo – “Nella drammaticità della pandemia – tra esplosione dei contagi, ritardi nelle vaccinazioni, crisi del sistema sanitario, collasso economico e mancati ristori a cittadini e operatori – potrebbe passare sotto silenzio il colpo senza precedenti che la Giunta regionale ha riservato alle istituzioni culturali.

Il 12 dicembre scorso, una nota del Servizio Beni e Attività culturali della Regione ha comunicato a tutte le istituzioni beneficiarie del FURC (il Fondo Unico Regionale per la Cultura) che per il 2020, in base all’art. 4 della legge regionale 38/2020, era stata prevista per loro un’erogazione pari al 35% del contributo assegnato nel 2019.

Tradotto in termini ancora più espliciti: un taglio del 65%. Niente male per un contributo assegnato in tempo di pandemia, quando cioè, il crollo delle attività e la riduzione quasi totale delle produzioni avrebbe richiesto una maggiore attenzione e un sostegno particolare.

Si noti il tono beffardo del comma 3 dell’art. 4 della LR 38/2020 che stabilisce il taglio: “In considerazione […] delle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria, che non consentono attualmente agli organismi dello spettacolo dal vivo di introitare entrate da incassi e da abbonamento in misura sufficiente ad assicurare la sostenibilità economica e la continuità all’attività, i finanziamenti regionali […] verranno erogati a titolo di ristoro, in misura pari ad un massimo del 35% del contributo erogato per l’annualità 2019.

Il ragionamento è pazzesco: visto che in pandemia gli Enti e le istituzioni culturali non possono incassare per assicurarsi la sostenibilità economica e la continuità delle attività… allora gli diamo il colpo di grazia tagliando il 65% dei contributi. Di segno opposto è stata la scelta del Governo. Contestualmente alla mannaia della Regione, infatti, il MiBACT – Ministero dei beni culturali e del turismo decide di assegnare nel 2020 alle istituzioni culturali il 100% di quanto erogato nel precedente 2019, più una integrazione ulteriore oscillante tra il 5 e il 10%, più ancora altri eventuali ristori.

Dunque, il Governo garantisce come minimo il 105%. La Regione Abruzzo il 35%.C’è da aggiungere un’altra ferale conseguenza. Il Decreto ministeriale che regola l’erogazione del FUS, il Fondo Unico per lo Spettacolo (DM 27 luglio 2017) prevede che il finanziamento statale a teatri, orchestre, associazioni o enti culturali sia subordinato ad un contributo da parte degli Enti locali di almeno il 40%.

Questo significa che se la Regione erogasse solo il 35% (e non potendo contare sul contributo dei Comuni che si trovano economicamente alla canna del gas), le istituzioni culturali abruzzesi non accederebbero nemmeno al FUS che il Governo assegnerebbe fino al 105%. Insomma una scelta diabolica, frutto di ignoranza o malafede, che colpisce non solo un patrimonio culturale e artistico, ma un sistema di imprese che insieme agli spettacoli per il pubblico assicurano lavoro ai loro dipendenti e ad un mondo di collaboratori e fornitori già in drammatica crisi.

Si ripristini, dunque il FURC nelle dimensioni e nelle modalità necessarie attraverso un confronto con le Istituzioni interessate. E si investa sulla cultura, perché la pandemia si supera non solo coi vaccini, ma ritrovando insieme una dimensione sociale e civile di rinascita e riscatto”. Così, in una nota, il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci.

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