Avezzano 160 anni fa, il 9 agosto del 1862, furono aperte le paratoie di Torlonia, all’Incile. Da quel momento iniziò il lavoro di prosciugamento del lago del Fucino.
Esattamente alle 17.30 di ouel giorno, dalla galleria fatta scavare da Torlonia sotto il monte Salviano, le acque iniziarono a sfociare verso Capistrello per poi confluire nel fiume Liri. Iniziarono, cosi, ad emergere terreni che potevano essere coltivati.
L’opera idraulica, definita la seconda più importante al mondo, terminata nel 1876, fu completata da:
• un canale collettore principale, con origine all’Incile e termine a 8 km di distanza (loc. “Ottomila”), di portata pari a quella dell’emissario;
• due canali perimetrali intercettatori delle acque alte affluenti verso l’ex alveo, detti allaccianti settentrionale e meridionale, che scaricavano le loro acque in località Ottomila a monte di un ponte-chiusa costruito sul collettore principale;
• l’inalveamento del fiume Giovenco, che immetteva la sua portata a monte del predetto ponte-chiusa di Ottomila;
• un canale collettore del bacinetto, prolungamento del collettore principale a monte del ponte-chiusa, per una lunghezza di m 3.600;
• la previsione di una cassa di espansione nella intera estensione del Bacinetto. La bonifica modifico radicalmente, quindi, le abitudini del territorio e dei suoi abitanti, un tempo pescatori poi divenuti proprietari terrieri ed agricoltori.
La Piana del Fucino, nel cuore della Marsica, e diventata una delle realtà più prospere dell’Italia. Regolare le acque, gestire ed effettuare interventi di manutenzione su questa opera idraulica, e il compito del Consorzio di Bonifica Ovest – Bacino Liri/Garigliano.
Fonte: Consorzio di Bonifica Ovest