Dà di matto al pronto soccorso, denunciato dai carabinieri per danneggiamento e interruzione di pubblico servizio

Si ripresenta, ancora una volta, il problema dell'assenza di un posto di polizia fisso in ospedale che faccia sentire in maggiore sicurezza i sanitari

Avezzano. Dà di matto al pronto soccorso e danneggia porte e macchinari, i sanitari chiedono l’intervento dei carabinieri che lo denunciano per danneggiamenti e interruzione di pubblico servizio.

E’ accaduto in piena notte all’ospedale di Avezzano ed è l’ennesimo episodio che si verifica al pronto soccorso dove non c’è, a differenza di qualche anno fa, il posto fisso di polizia.

A “perdere la testa” è stato un 45enne di Avezzano, della locale comunità rom. L’uomo era stato portato in ambulanza. Pare avesse ingerito dei medicinali in quantità elevata e quindi pare non si sentisse bene.

Una volta nei locali dell’ospedale ha iniziato a inveire contro i sanitari che le hanno provate tutte per calmarlo ma non c’è stato nulla da fare. Il paziente ha perso il controllo tirando calci e pugni ovunque e contro chiunque.

Fino a quando ha anche graffiato un infermiere. Ci sono stati attimi di panico e anche di paura, quando tra i presenti si è diffusa l’informazione che il paziente era sieropositivo. Qualcuno a quel punto ha chiamato il 112 e sul posto è arrivata una pattuglia del nucleo radiomobile.

Il 45enne è stato poi dimesso ed è stato denunciato per il reato di danneggiamento e interruzione di pubblico servizio.

Quanto accaduto la notte scorsa in ospedale ripropone un problema già noto nella Marsica: la mancanza di un presidio fisso di polizia in ospedale. Spesso in pronto soccorso, di notte, chiedono assistenza i senzatetto che sono stati visti dormire anche nella reception e anche persone con problemi di tossicodipendenza.

“Proprio ieri”, raccontano dei dipendenti del pronto soccorso, “è andato in pensione uno dei due agenti di polizia. L’ufficio è aperto solo di mattina ma non sempre. La notte siamo abbandonati a noi stessi. Carabinieri e poliziotti sono sempre disponibili ma hanno da controllare un territorio vastissimo e non sempre possono arrivare in tempo reale. Sta di fatto che non siamo sicuri. Tutti lo sanno ma le cose continuano a non cambiare”.

 

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