Marsica – «Per quanto riguarda la depurazione, la questione del Liri è comune a tutti i fiumi abruzzesi, la Marsica ha bisogno di una cura d’urto, non di palliativi.» Non le manda certo a dire Augusto De Sanctis del Forum H2O
Secondo De Sanctis, il territorio dovrebbe provare a capire cosa vuol fare da grande. «Alcuni interventi sono già in corso ma serve molto di più. Se si pensa che la ricchezza sia il Fucino e quindi la produzione agricola, ci si deve organizzare e strutturarsi di conseguenza. L’irrigazione fatta captando acque putride dai canali, dove io ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare, è una pratica che ben si adatta a cose viste in paesi di altri continenti, non certo a un paese che si definisce civile. La qualità delle acque utilizzate per l’irrigazione è un fattore centrale.»
Mi sembra di capire che su questo lei non transige.
«Occorre pensare ai servizi di base, tutto il resto può essere discusso dopo. Poi ci sono gli scarichi illegali, la sorveglianza che è scarsissima, con la conseguenza che si va sempre a rincorrere situazioni in cui diventa difficilissimo rintracciare gli esecutori materiali dei danni e attribuire le responsabilità.»
Com’è in generale la situazione nella nostra regione?
«La Regione Abruzzo, per ogni impianto che va a impatto di valutazione ambientale, dovrebbe fare, per legge, la verifica di ottemperanza alle prescrizioni, e lo dovrebbe fare almeno dal 2006 ma la Regione Abruzzo non lo fa. Ora sto seguendo una cosa sul fiume Vomano, dove stanno realizzando una centrale idroelettrica. Noi del Forum H2O abbiamo fatto un sopralluogo. Avvalendoci di droni, abbiamo accertato una serie di irregolarità clamorose che abbiamo segnalato, ma sulle quali la Regione non riesce a intervenire.»
Perché?
«Dicono che non hanno personale, quel poco che hanno viene impiegato altrove e non riescono a organizzarsi. Figuriamoci fare la sorveglianza ordinaria che resta evidentemente scarsissima. Se non c’è un minimo di deterrenza non se ne esce, e comunque il problema è strutturale perché, anche se becchi qualcuno sul fatto, poi si entra nel ginepraio dei procedimenti giudiziari, rinvii su rinvii e non si arriva mai a chiudere il cerchio. Ma quando siamo arrivati all’intervento del magistrato, abbiamo già perso.»
Situazione difficilissima!
«Ti parlo del servizio di Pinuccio di Striscia la notizia. Che impatto ha avuto? Spero nessuno possa dire che era meglio non farlo vedere, perché nascondere la polvere sotto al tappeto è un atteggiamento truffaldino. Se vogliamo fare turismo, questo non ce le possiamo più permettere, perché in nostri competitori ti offrono cose ben diverse e non parlo di competitor europei ma di realtà italiane.»
Si può parlare di polvere sotto al tappeto, per l’inquinamento del fiume Liri?
«Se pensiamo alle numerose centrali idroelettriche che emungono acqua dal fiume, impattando in termini negativi sulla sua portata, fino a quando può durare tutto questo? Anche il progetto irriguo del Fucino, è basato tutto sulla captazione di acque sorgive. Allora mi chiedo. Perché non pensare al riciclo dell’acqua con una buona depurazione e un buon lagunaggio, evitando di mettere a rischio le sorgenti e le acque di falda? Se invece si è deciso, che l’ambiente va spremuto come un limone, fino alla fine, allora sia ben chiaro che ormai siamo arrivati alla scorza.»
Cosa bisognerebbe fare secondo lei?
«Rimodulare il Masterplan. La prima cosa che dovrebbero fare i sindaci, e l’ho detto qualche giorno fa anche all’Assessore Regionale Imprudente, è togliere i 12 milioni di euro a Ovindoli e metterli nella depurazione del Fucino. Al di là dell’impatto ambientale che determina il progetto di Ovindoli, e al netto delle variazioni del clima e delle implicazioni pratiche di una filiera del turismo che andrebbe rivista, resta il fatto che l’acqua è la prima cosa.»
Una proposta drastica!
«Ma anche sui 50 milioni destinati all’impianto irriguo, bisogna provare a pensare a quanti se ne possono destinare alla depurazione. Perché una cosa è certa. L’acqua sorgiva non è infinita. E poi c’è il tema della sorveglianza per combattere gli sversamenti abusivi. Nel Fucino c’è Telespazio. L’impiego dei satelliti per la sorveglianza, attraverso l’utilizzo delle tecnologie termografiche, potrebbe essere una strada risolutiva. E invece stiamo ancora a pensare a prendere l’acqua dalle sorgenti.»
Quindi puntare forte sulla depurazione con grandi investimenti.
«La soluzione è il riutilizzo dell’acqua depurata, è il futuro, ma qui si ragiona come negli anni 50. Ora abbiamo tecnologie per l’irrigazione a goccia che prima non esistevano, che oggi ti permettono di ottimizzare andando ad utilizzare direttamente l’acqua trattata dai depuratori. Acqua che comunque devi trattare. Ce l’hai già intubata, la devi solo gestire.»
Sembrerebbe facile a dirsi.
«Parliamo di cose che già si fanno. Io lo dico sempre. Se si vuole vedere la differenza, basta andare sul sito del Consorzio di Bonifica Reno, basta vedere le applicazioni che ci sono. Tu vedi quello, e capisci che si può fare. Chi ragiona, dovrebbe semplicemente copiare ciò che già viene messo in pratica da altri.»
Il Forum H2O offre anche soluzioni concrete.
«Ma certo! L’ambiente non è infinito. Dopo che avranno speso 50 milioni di euro per l’attuale progetto irriguo del Fucino, alla prima annata di siccità se ne capirà l’inutilità. Questo è l’ultimo giro fra l’altro. Questi fondi sono forse l’ultima occasione di fare le cose per bene, se sbagliamo dovremo aspettare altri 50 anni.»