Abruzzo – La Provincia di Pescara lo scorso 18 luglio 2024 ha emanato una nuova ordinanza nei confronti di Edison che dovrà mettere in sicurezza e bonificare anche i sedimenti del fondo dei fiumi Tirino e Pescara che presentano tratti pesantemente contaminati da piombo, mercurio, arsenico e altre sostanze inquinanti, eliminando anche una spessa coltre di rifiuti industriali che giace nell’alveo del Tirino. Inoltre Edison è chiamata a bonificare anche altri siti a terra lungo le sponde dei due fiumi e nell’area limitrofa alla stazione ferroviaria di Bussi all’interno del Sito Nazionale di Bonifica di Bussi.
In quest’ultimo punto è stata riscontrata nel soil gas anche una contaminazione da Naftalene derivante dal trattamento delle traversine ferroviarie per la quale la Provincia ha individuato RFI come responsabile, obbligata ad attuare le misure di messa in sicurezza. Dal 2018 si tratta della quinta ordinanza emanata in questi anni dalla Provincia dopo che il Forum H2O in più occasioni nel 2016 aveva sollevato la questione dell’individuazione dei responsabili della contaminazione per via amministrativa, percorso d’altro lato previsto dalle norme vigenti.
Il Corpo di Polizia Provinciale con un approfondito lavoro in cui si incrociano i dati dell’ARTA e dei vari monitoraggi ambientali in corso che hanno rilevato la presenza di rifiuti interrati e contaminanti nelle acque sotterranee e nei suoli, le informazioni sulle produzioni del passato nonché la storia delle trasformazioni societarie, sta progressivamente individuando i responsabili della contaminazione delle varie aree del Sito Nazionale per le Bonifiche di Bussi. Un lavoro certosino che finora ha retto anche in tutti i gradi della giustizia amministrativa a cui si era rivolta Edison per chiederne l’annullamento.
Per il Forum H2O questa ordinanza è un’altra pietra miliare nel troppo lungo processo di bonifica del sito perché obbliga Edison a intervenire su aree molto vaste e addirittura sul fondo dei fiumi Tirino e Pescara. Ad esempio, appena a valle dell’area industriale l’ARTA ha trovato addirittura rifiuti industriali accumulati direttamente nell’alveo del fiume Tirino per 1,7 metri di spessore e, al di sotto, sedimenti pesantemente contaminati.
Riportiamo un significativo passaggio di una relazione ARTA sui sedimenti del fiume Tirino citato nell’ordinanza “Il sondaggio realizzato il 06/10/21 in sponda destra ha restituito ben 170 cm di rifiuti che sono stati caratterizzati analiticamente nella prima porzione (0-1 m) e sono risultati rifiuti speciali pericolosi (ved. RdP 12134/21). Dalla lettura del referto analitico è possibile verificare le elevate concentrazioni di Piombo (3700 mg/kg), Ferro (132350 mg/kg), Mercurio (113 mg/kg), oltre alla presenza di Idrocarburi pesanti, Esacloroetano, Tetracloroetilene e Esaclorobutadiene. Al di sotto dei rifiuti, in data 12/10/21, è stato effettuato un ulteriore sondaggio che ha consentito di prelevare tre campioni di sedimento a partire dalla profondità di 1.7 m.
Le analisi chimiche del sedimento evidenziano il superamento dei LCR per Mercurio, Piombo (in tutti i campioni), Arsenico e Cromo totale nel campione profondo (2.7-3 m). Si sottolinea anche l’elevato tenore di Ferro in tutti i campioni soprattutto in quello profondo“.
Sedimenti contaminati da Mercurio e Piombo sono stati trovati dall’ARTA anche sul fondo del fiume Pescara all’altezza della discarica Tremonti. Infine rifiuti e terreni contaminati da un lungo elenco di sostanze pericolose sono state trovati in varie occasioni nelle aree circostanti la stazione ferroviaria di Bussi e lungo il tracciato dell’autostrada nei pressi della discarica Tremonti. Pertanto il quadro riassuntivo offerto dall’ordinanza della provincia rappresenta una situazione di compromissione ambientale assai più vasta di quanto finora noto: il vaso di Pandora di Bussi una volta scoperchiato sta riservando ancora brutte sorprese a chi vuole finalmente guardarci dentro.
Il Forum H2O stigmatizza che a oltre 17 anni dal sequestro delle prime discariche le varie procedure di bonifica stanno procedendo a rilento o non sono proprio partite, come nelle aree delle discariche 2A e EB. Il Ministero dell’Ambiente in primis non sta facendo rispettare i tempi fissati dal Testo Unico dell’Ambiente per il quale tutto il procedimento, bonifiche comprese, deve risolversi in pochi anni. Qui dopo quasi due decenni si continuano a trovare rifiuti e sostanze pericolose ancora nell’ambiente e addirittura nell’alveo dei fiumi.
Fonte: Forum H2O