Questo libro non è solo la ricostruzione della missione impossibile di José Borjés per riconquistare e salvare il Regno delle Due Sicilie. Vuole essere un contributo allo studio dei documenti d’archivio che, ancora una volta, il ricercatore e saggista Fulvio D’Amore sottopone ai distratti, ai pressapochisti, agli scrittori dell’industria culturale, ma soprattutto agli studiosi di storia patria e ai giovani, affinché conoscano la propria storia per rivendicare un’identità e un destino.
Sono pagine tragiche, significative, che ricostruiscono il difficile rapporto di José Borjés con il brigante Carmine Donatelli Crocco e la sua traversata appenninica fino alle ultime ore di vita.
Inseguito dai piemontesi, tallonato da giornalisti e agenti segreti, il generale catalano puntava sullo Stato Pontificio per relazionare direttamente a Francesco II (in esilio a Roma) tutti gli episodi della sua spedizione e su quanto gli era accaduto.
In questa luce è colta l’impresa del cabecilla catalano, piena di inquietudini e angosce, quando infine, sorpreso in Valle di Luppa (Cascina Mastroddi) e dopo breve scontro con i bersaglieri del maggiore Franchini, viene fucilato insieme ai superstiti l’8 dicembre 1861.
Alla ricerca di risposte quanto possibili persuasive, crediamo che il nostro saggio non giri affatto a vuoto ma costantemente attorno al tentativo di definire i punti critici dei valori del mondo in cui visse Borges e delle “visioni” che lo rappresentarono in quei drammatici momenti.
Tuttavia, il generale Govone, comandante delle truppe alla frontiera pontificia, inviò in seguito al generale Lamarmora le proposte di ricompensa per tutti i partecipanti all’azione eroica, aggiungendo all’elenco anche i nomi delle guardie nazionali: tenente Achille Berardinetti, Antonio Berardinetti, Feliceantonio Tellone, Luigi D’Amadio e Giacomo Di Giacomo (medaglie di bronzo); luogotenente Staderini e capitano Vincenzo Colelli (medaglie d’argento); maggiore Franchini (medaglia d’oro).
Il «Carteggio relativo alla banda Borges, catturata e fucilata li 8 dicembre 1861 a Tagliacozzo dal Maggiore Franchini del 1° battaglione bersaglieri», si trova attualmente nell’Archivio Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, nel «Fondo Brigantaggio» composto di ben 250 mila carte, consultato faticosamente dal sottoscritto.
Tra tutti gli studiosi contemporanei, vale la pena citare solo Aldo Albònico, che espone in termini rigorosamente veridici gli elementi essenziali della vicenda di Borges e dei legittimisti europei, tutti gli altri riportano più o meno le “solite notizie” riprese dal taccuino diario tenuto dallo spagnolo, senza neppure elaborare supporti innovativi. Infatti, qualsiasi altra lettura finisce, a mio avviso, con il ridurne la straordinaria complessità a una prospettiva ironico-saggistica tradizionale, quasi ad un esercizio intellettuale di critica dissolvente.