Medici in Mobilitazione Permanente, la chiamata per i colleghi marsicani per il 29 maggio

Sanità – I medici italiani scenderanno in piazza venerdì 29 maggio. L’emergenza sanitaria Covid-19, infatti, ha permesso a numerose lacune del sistema sanitario di emergere e portare all’attenzione dell’intera cittadinanza italiana problematiche consistenti.

Tra queste, in particolare, numerosi medici italiani, ritengono che sia urgente risolvere il problema dei “camici grigi”, ossia di tutti i medici neolaureati che non possono accedere alle scuole di specializzazione post laurea poiché a numero chiuso. La mobilitazione prevista per il prossimo venerdì, dunque, mira a porre l’attenzione sulla dannosità di questo “imbuto formativo” che impedisce ai medici di svolgere al meglio la propria professione e che mette in condizione gli italiani di subire la mancanza dei medici specialisti.

Dunque la Mobilitazione Permanente chiede a tutti i colleghi e ai cittadini vittime del sistema sbagliato di scendere in numerose piazze italiane venerdì 29 maggio: tra queste, anche la vicina Piazza Duomo, a L’Aquila.

Oltre alla manifestazione, un semplice gesto è il simbolo di questa manifestazione: una X disegnata su tutte le mascherine, indossate dai medici e, ormai, da tutti gli italiani.

Per ulteriori informazioni è possibile contattare il numero 3491044566, ecco il link dell’evento su Facebook:

Di seguito le parole di “Associazione Salviamo Ippocrate”, “Chi si cura di te?”, “ER, Ex Rappresentanti in prima linea”, “Farmacia Politica”, “Link Area Medica”, “Materia Grigia” e “Segretariato Italiano Giovani Medici”:

Come spesso accade, le situazioni di difficoltà generano unità. L’emergere di criticità ingenti nell’ambito della Sanità e della formazione post-laurea dei Medici, ha portato alla mobilitazione di migliaia di laureati e alla coalizione di un gran numero di associazioni e gruppi di rappresentanza. In questo contesto si è manifestato un vero e proprio atto di resistenza, che sta coinvolgendo studentesse e studenti, Medici neaobilitati, camici grigi, Medici in formazione
specialistica e corsisti di Medicina generale. Tante figure diverse accomunate dalla necessità di una mobilitazione, che ha come tema centrale la riforma della formazione medica. Così è nato il nostro Coordinamento.

Quello che non siamo più disposti ad accettare è il persistere, ormai da troppi anni, di una situazione malsana e contraddittoria: la carenza di Medici Specialisti nelle strutture ospedaliere e, contemporaneamente, il blocco del sistema formativo per i laureati in Medicina. Abbiamo visto come la carenza di personale sia un danno per tutta la popolazione: l’emergenza COVID-19 ha scoperchiato un vaso di Pandora che da anni veniva volutamente ignorato dalla politica. Oggi, di colpo, ci accorgiamo degli effetti di tutti i tagli alla Sanità dell’ultimo decennio, pertanto, è necessario ora più che mai rivedere la programmazione del
personale sanitario. L’equazione è semplice e immediata: se mancano i Medici, l’intero sistema lavora in un continuo stato di precarietà, rischiando il collasso quando la richiesta di cure è superiore al normale.

I Medici specialisti in ospedale sono pochi, eppure sono tantissimi quelli che restano fuori dalle sue porte, in attesa di proseguire il proprio percorso di formazione. Questi sono i cosiddetti “camici grigi”, Medici neolaureati che sono rimasti esclusi dalle Scuole di Specializzazione e dal corso di Medicina generale per carenza di posti. Negli anni, l’accumulo dei camici grigi ha progressivamente costituito e alimentato il cosiddetto “imbuto formativo”.
Quello che chiediamo è che questo “imbuto formativo” venga annullato, dando la possibilità a tutti i Medici di accedere al percorso post laurea e permettendo, di conseguenza, di rispondere concretamente alla richiesta di personale sanitario negli ospedali e sul territorio. Richiediamo inoltre una revisione della figura dello specializzando che ancora oggi viene visto come un semplice studente quando in realtà è un Medico in formazione: è necessario una modifica del contratto che lo renda lavoratore a tutti gli effetti. Assistiamo in questi giorni a una tempesta di numeri, spesso svianti, ma quello che è certo è che 4.200 posti in più nelle Scuole di Specializzazione non risolveranno il problema. C’è bisogno di una riforma che includa un rapporto 1:1, un ampliamento della rete formativa, unarevisione delle condizioni contrattuali dello specializzando e una valorizzazione della Medicina Territoriale.

La Mobilitazione Permanente che è nata si rivolge non solo ai tanti colleghi rimasti incastrati nell’imbuto formativo, ma alla popolazione intera, perché in ballo non c’è solo il nostro futuro, ma quello del Servizio Sanitario Nazionale. Il simbolo di questa protesta è una X sulle mascherine e un numero, 29. Infatti, il 29 maggio si terrà un grande atto di resistenza: ci ritroveremo nelle maggiori piazze italiane e lì lasceremo un camice, una scatola di farmaci vuota, oggetti simbolo di una Sanità abbandonata a se stessa. Vogliamo essere i protagonisti del nostro Servizio Sanitario Nazionale. Vogliamo fare il nostro lavoro da Specialisti e non da Medici precari. Crediamo che questa battaglia debba essere di tutti e quindi facciamo un appello a tutti i cittadini affinché scendano con noi in piazza il 29. E per chi non lo potrà fare chiediamo di porre il simbolo della rivolta sulla mascherina, oggetto diventato oramai di uso comune.

 

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