Oltre 1.200 visite a domicilio in tutta la provincia, in un anno e mezzo, per portare assistenza sanitaria e supporto psicologico a chi subisce il dolore, cronico e acuto, nonché a beneficio delle famiglie che hanno congiunti con patologie inguaribili. Col suo team, composto da specialisti, psicologi e infermieri, il servizio della Asl di terapia del dolore e cure palliative, diretto dal prof. Franco Marinangeli, ha spostato le prestazioni dall’ospedale a casa di chi soffre, ribaltando la tradizionale impostazione secondo cui era il malato a doversi recare nei luoghi di cura. Un modello ormai entrato a regime, con ‘innervazioni’ su tutto il territorio provinciale e che, oltre a curare e sostenere il malato a casa propria, ha consentito di non occupare impropriamente posti letto negli ospedali, il cui utilizzo è specificamente destinato alle patologie acute.
La Asl, in sostanza, in Regione, ha tracciato per prima, in modo strutturato e non episodico, un nuovo orizzonte, facendo leva sul territorio ed evitando la ricorrente tendenza (controproducente per i pazienti e inutilmente costosa) ad accentrare l’attività su determinate strutture. La direzione intrapresa – col contagiri delle visite domiciliari che gira senza sosta per avvicinarsi sempre più verso l’obiettivo delle 2.000 presenze entro l’anno nelle abitazioni dei pazienti – viene ora rafforzata con la messa a disposizione di ulteriori risorse operative. Ieri, infatti, è stato ufficializzato l’acquisto di 3 auto Fiat Panda 4×4, le cui chiavi sono state simbolicamente consegnate al direttore del servizio del dolore e cure palliative, Marinangeli, dal Manager Rinaldo Tordera, affiancato dal direttore sanitario aziendale, Teresa Colizza e da quello amministrativo Marcello Sciarappa. “Il potenziamento del servizio”, dichiara il Manager Tordera, “va nell’ottica del rafforzamento degli investimenti sul territorio, in linea con l’impostazione del nuovo piano sanitario regionale. Riteniamo che sia essenziale il sostegno della nostra azienda, nelle abitazioni delle famiglie con malati gravi e di persone alle prese con sofferenze, e che questi problemi vadano affrontati con un’organizzazione collaudata come quella della Rete del dolore e delle cure palliative”.
L’attività a domicilio, peraltro, si inserisce nel contesto più ampio che comprende anche le prestazioni garantite dagli hospice di L’Aquila e Pescina, che svolgono un ruolo importante. In queste due strutture, in un anno e mezzo, sono stati ricoverati complessivamente 543 pazienti (284 a L’Aquila e 259 a Pescina). Visite a domicilio e assistenza organizzata per malattie incurabili sono due filoni sanitari essenziali che, alla luce degli ottimi risultati ottenuti, vanno rafforzati ancora. “E’ stata una bellissima soddisfazione”, afferma il prof. Marinangeli, “aver ricevuto in dotazione le 3 nuove vetture con cui potremo potenziare l’assistenza: infatti, l’attività domiciliare si è rivelata strategica per migliorare la qualità delle prestazioni, grazie anche al lavoro dei distretti sanitari di base e alla fattiva collaborazione dei medici di famiglia”.
Intanto, il 20 settembre prossimo, all’Aquila, all’interno dell’hospice (ex Onpi), risuoneranno le note di un concerto di flauti, eseguito da un gruppo di studenti del conservatorio ‘A. Casella’, in omaggio ad Anna Grossi, studentessa della stessa istituzione musicale, deceduta nel sisma di Amatrice del 24 agosto scorso. L’iniziativa è parte del convegno dal titolo: “Dolore, speranze e cure al crepuscolo della vita”, organizzato dall’associazione V.A.Do. (volontariato per l’assistenza domiciliare, che opera all’interno dell’hospice) e dalla scuola di specializzazione di anestesia, rianimazione e terapia del dolore dell’Università, diretta da Marinangeli. “Un convegno”, commenta lo stesso Marinangeli, “in cui l’accettazione della morte, come parte della vita, è il primo passo per promuovere una medicina ‘etica’ e una sanità sostenibile”.