L’Aquila. 130 g di cocaina, 2 kg di marijuana, 1,66 kg di hashish. Il valore dello stupefacente sequestrato si aggira tra i 40.000 e i 50.000 euro e il volume d’affari dell’associazione è stato stimato intorno ai 500.000 euro l’anno.
Un’operazione che ha portato a 33 indagati (21 marocchini, 1 afgano, 11 italiani), tra i quali 5 donne, denunciati con l’informativa finale depositata poche settimane fa.
Sono questi solo alcuni dei numeri dell’operazione conclusa questa mattina dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Tagliacozzo, il N.I.P.A.F. del Gruppo Carabinieri Forestale dell’Aquila e la Stazione Carabinieri Forestale di Avezzano che hanno eseguito delle ordinanze di applicazione della misura cautelare nei confronti 14 persone, tutte residenti o che abitano in provincia dell’Aquila, accusate del reato di “associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope” e “detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti”.
L’indagine è cominciata nel mese di gennaio 2016 e ha preso le mosse da convergenze investigative della Compagnia di Tagliacozzo e dalla Stazione Carabinieri Forestale di Avezzano. Le indagini sono partite da una serie di attività sviluppate a seguito di alcuni furti, in appartamento ma anche nelle scuole.
“Furti che all’epoca destarono preoccupazione nell’opinione pubblica” ha detto nella conferenza stampa che si è svolta questa mattina al comando regionale della Forestale a L’Aquila, il colonnello dell’Arma dei carabinieri, Antonio Servedio, “episodi che interessarono soprattutto la Marsica ma anche il territorio di Castel di Sangro”.
Intercettazioni telefoniche, ambientali e gps installati nelle auto hanno permesso a carabinieri e forestali di ricostruire il quadro completo di un’associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti. Un’operazione che a giugno dello scorso anno portò anche all’arresto di un sessantenne tagliacozzano al quale poi fu trovata a casa anche una pistola con i numeri cancellati.
“Dopo alcuni mesi di attività, dalle intercettazioni di conversazioni telefoniche e di comunicazioni tra presenti, sono emersi inconfutabili elementi relativi ad attività di traffico e spaccio di stupefacenti, che hanno consentito di depositare un’articolata informativa di reato a carico di numerosi soggetti, per lo più di origine marocchina, presso la Procura della Repubblica di Avezzano”, ha spiegato Servedio, “ravvisando le connotazioni tipiche del reato associativo, la Procura di Avezzano ha trasmesso il fascicolo alla Direzione Distrettuale Antimafia dell’Aquila. Sotto l’egida della Procura Distrettuale abruzzese, gli stessi reparti carabinieri hanno raccolto altri schiaccianti elementi probatori, che dimostrano quanto attivo fosse il traffico di sostanze stupefacenti nell’area nord della Marsica e del capoluogo aquilano con approvvigionamenti, documentati, dalla città di Milano”.
Il gip del Tribunale di L’Aquila che ha firmato le ordinanze è Giuseppe Romano Gargarella.
Lo spaccio avveniva sui territori di Avezzano, Celano, Scurcola Marsicana, L’Aquila, Milano e Teramo. Altri soggetti, invece, pur non facendo parte dell’associazione, sono accusati di singoli episodi di spaccio e sono stati colpiti da un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Avezzano, Francesca Proietti. Le indagini sono state invece coordinate dai sostituti procuratori dell’Aquila, Fabio Picuti, e di Avezzano, Lara Seccacini.
“La droga quasi mai veniva tenuta in casa”, ha sottolineato il comandante Nevio Savini gruppo carabinieri forestale, “nelle indagini sono risultate molto importanti le immagini delle fototrappole, utilizzate dalla Forestale per monitorare le attività legate all’ambiente”.
E così, quegli apparecchi installati per catturare le immagini di lupi, orsi e uccelli che vivono in natura hanno invece spesso immortalato uomini che sotterravano la droga. “La cocaina era quasi sempre contenuta in barattoli di vetro che poi venivano nascosti nei pressi dei canali di Fucino e di altri corsi d’acqua”, ha detto il comandante della compagnia di Tagliacozzo, il capitano Edoardo Commandè.
Ci sono poi i viaggi della droga, quelli che gli arrestati facevano verso il Nord, verso Milano precisamente. Qui, uno dei migranti si era anche vantato con un albergatore di conoscere un religioso, poi risultato estraneo all’indagine, e spendendo il suo nome era riuscito ad avere una camera dove soggiornare.
Misura cautelare della custodia in carcere: Yassir EDOUAR, marocchino 32enne; Zineb MOURATTIL, marocchina 35enne; Ahmed OMARI, marocchino 40enne; Youssef BYA, marocchino 34enne; Renata PETRA, avezzanese 33enne; Abderrazzak NASSITE, marocchino 35enne; Paolo CANDELORA, italiano originario di Napoli 42enne; Khalid EL MAMOUNI, marocchino 36enne; Abdellatif MHIJIR, marocchino 33enne.
Misura cautelare della custodia agli arresti domiciliari: Hicham HARCHA, marocchino 29enne; Abderrazzak STOUTOU, marocchino 30enne; Samir ANZAOUI, marocchino 34enne.
Il ruolo apicale dell’organizzazione era ricoperto da Youssef Bya, dalla coniuge Renata Petra e da Ahmed Omari, che detenevano poteri direttivi, organizzativi e decisionali, mentre Yassir Edouar, la coniuge Zineb Mourattil e uno dei ricercati avevano il compito di fungere da intermediari con gli acquirenti di droga, dando supporto alle cessioni di stupefacente e recuperandone i proventi.
Nel corso dell’attività di indagine sono state arrestate 4 persone per detenzione ai fini di spaccio e 5 sono state segnalate alla Prefettura per uso personale di stupefacente.
“Si tratta della prima grande operazione messa in campo da uomini della Forestale e da carabinieri dopo la fusione dei corpi”, ha sottolineato il tenente colonnello Antonio Renato Rampini, addetto al gruppo cc forestali L’Aquila.
Avvocati difensivi Roberto Verdecchia e Mauro Ceci. (L.T.)