Civita d’Antino – Il titolo originale dell’opera di Kristian Zahrtmann di cui parliamo è “Udenfor Seminariemuren i Civita d’Antino” che, tradotto in italiano, diventa “Fuori le mura del Seminario di Civita d’Antino“. Si tratta di un quadro a olio che il noto pittore danese realizzò nel borgo marsicano nel 1904.
Al centro del dipinto ci sono due figure femminili, probabilmente due mamme che, vestite secondo i canoni dell’epoca, sorreggono tra le braccia due bambini ancora piuttosto piccoli. A fare da sfondo alle donne, circondate dall’ombra, c’è la facciata posteriore del palazzo più importante di Civita d’Antino, ossia Palazzo Ferrante.
Lo storico edificio prese il nome dalla famiglia che si stabilì nel borgo verso la fine del Cinquecento, quando Domenico Ferrante abbandonò Valmontone, a seguito di forti contrasti con il governo pontificio, e si trasferì in Val Roveto – allora Regno di Napoli – prima a Rendinara e poi definitivamente a Civita d’Antino.
Nel corso del XVIII secolo, nei pressi dell’area dove in epoca romana sorgeva il foro dell’antica città di Antinum, iniziò la costruzione della residenza. Il palazzo fu completato nella seconda metà del Settecento, dopo interventi di ampliamento che arricchirono il progetto originario con una biblioteca di libri antichi e un giardino. Accanto all’edificio venne realizzata anche la cappella di famiglia, una chiesa a navata unica dedicata alla Santissima Concezione.