È morto a Siena all’età di 91 anni Luigi Berlinguer. Era ricoverato dall’estate scorsa.
Era fratello di Sergio, nonché nipote di Mario, e quindi cugino di Enrico Berlinguer, storico leader del PCI, e di Giovanni Berlinguer; era quindi imparentato anche con Francesco Cossiga, Antonio e Mario Segni. Dopo aver compiuto gli studi al Liceo classico, nel 1955 si laureò in giurisprudenza.
Fu consigliere comunale di Sennori dal 1956 al 1960, e sindaco dello stesso comune dal 1960 al 1964. Consigliere provinciale nelle liste del Partito Comunista Italiano dal 1956, fu deputato del PCI per la Sardegna nella IV legislatura (1963-1968), ove fu membro della Commissione Affari costituzionali della Camera, impegnato in modo particolare sui temi della riforma della scuola e dell’Università. A Sassari, dove ricopriva temporaneamente anche gli incarichi di esegesi delle fonti del diritto italiano e di storia delle istituzioni politiche, fu eletto preside della facoltà di giurisprudenza nel 1972. A Siena fu anche membro della Deputazione amministratrice del Monte dei Paschi (1970-75). Dal 1971 al 1984, assunse la direzione della rivista “Democrazia e diritto”. dal 1982 al 1985 fu incaricato di dirigere la commissione del PCI per la riforma della pubblica amministrazione. Nel 1975 fu eletto nelle liste comuniste consigliere regionale della Toscana, carica che mantiene sino al 1982. Nel frattempo diresse (1972-77) anche un gruppo di ricerca CNR sulla storia dei partiti popolari in Sardegna. Nell’ambito dell’ateneo senese fondò il Dipartimento di studi politici e di storia politico-giuridica, divenendone il direttore nel triennio 1984-87. Dal 1982 è a Siena membro della Commissione di ateneo. Membro della commissione tecnico-scientifica del Dipartimento della funzione pubblica per la riorganizzazione della Scuola superiore della pubblica amministrazione (1988), nello stesso periodo fu anche membro del Consiglio superiore della pubblica amministrazione. Sempre negli anni 1980 si collocò anche il suo impegno nell’ambito della ricerca CNR sulla “Leopoldina” (“Criminalità e giustizia criminale nelle riforme del ‘700 europeo”), iniziativa capace di raccogliere studiosi italiani e stranieri e culminata in una sequenza di volumi che forniscono un esaustivo quadro d’insieme sul diritto e sulla giustizia criminale del Settecento europeo. Dal 1986 fu anche membro della Commissione ministeriale per lo sviluppo dell’Università. Dopo un periodo di pubblicazioni, nel 1985 fu eletto rettore dell’Università di Siena. Nel 1991 pubblicò, negli Scritti in onore di Domenico Maffei, un saggio sull’autonomia universitaria tra la legge Casati e la riforma Gentile. Nel 1998 curò con Antonello Mattone, nella Storia d’Italia. Le regioni dall’Unità ad oggi, il volume dedicato alla Sardegna.
Nel 1993, lasciando il rettorato di Siena, accettò la designazione a ministro dell’università e della ricerca scientifica offertagli dal Presidente del Consiglio dei ministri Carlo Azeglio Ciampi, dimettendosi però immediatamente dall’incarico, insieme al compagno di partito Vincenzo Visco, per sopravvenute difficoltà politiche.
Nel 1994 tornò a far parte della Commissione Affari costituzionali e assunse la guida del gruppo dei deputati “progressisti-federativo”. Ricandidatosi nel 1996, fu eletto nel collegio di Firenze 1. Alla formazione del governo Prodi I (1996-1998), successiva alle elezioni, fu nominato ministro della pubblica istruzione e, ad interim, anche dell’università e della ricerca, mantenendo il primo incarico governativo anche nei governi successivi per quasi tutta la legislatura, fino al 2000. È sua la formulazione del nuovo esame di maturità, in vigore dal 1999.
Nel 2000-2001 fu presidente della XIV commissione permanente della Camera “Politiche dell’Unione europea”.
Nel 2001 fu eletto al Senato della Repubblica nel Collegio di Pisa; chiamato a far parte della VII Commissione permanente Istruzione pubblica e ricerca e della Giunta per gli affari delle comunità europee.
Nel 2002 fu eletto dal Parlamento come membro laico del Consiglio superiore della magistratura per il quadriennio 2002-2006 con 615 voti, in quota DS.
favorì nel 2004 la nascita della Rete europea dei Consigli di giustizia (ENCJ), che raggruppa le rappresentanze degli organi di autogoverno della magistratura negli Stati membri dell’Unione europea e di cui fu il primo presidente, fino al 2007. Fu anche presidente dei comitati per la diffusione della musica e della cultura scientifica e tecnologica nelle scuole superiori istituiti dal Ministero dell’istruzione.
Nel 2007 fu Presidente della commissione di garanzia del costituendo Partito Democratico.
Nell’aprile del 2009, all’età di 77 anni, accettò la candidatura al Parlamento europeo per il PD come capolista per la circoscrizione nord-est, risultando quindi eletto europarlamentare per l’Italia nella VII legislatura (2009-2014).
Nel 2010 ha firmato il manifesto del Gruppo Spinelli per un’Europa federale.
Nel 2019 il Trinity College di Londra, una delle più prestigiose organizzazioni internazionali nel campo della diffusione e della certificazione della lingua inglese e della musica a scuola, gli assegnò il premio per il Progetto Lingue 2000 la cui finalità principale era fornire agli studenti la possibilità di conseguire una certificazione delle competenze linguistiche secondo quanto definito dagli standard stabiliti dal Consiglio d’Europa. Fu pertanto Honorary Fellow del Trinity College London.
La rilevante attività accademica gli ha valso l’attribuzione di vari riconoscimenti, tra i quali la Laurea honoris causa Legum Doctoris nell’Università di Toronto; la Laurea honoris causa nell’Universidad Nacional de La Plata; la Laurea honoris causa dell’Université René Descartes di Parigi (Paris V); la Laurea honoris causa nell’Universidad de Buenos Aires; la Laurea honoris causa in scienza della formazione nell’Università di Roma III.