Avezzano. “Ad Avezzano ci sono personaggi che si stanno riunendo solo per vedere chi andrà al Parlamento, chi andrà alla Regione, chi andrà ai Consorzi, noi questi personaggi li dobbiamo scardinare. Queste persone ci porteranno alla distruzione e i nostri figli saranno costretti a espatriare. Ci lamentiamo che i romeni vengono a vivere qua. Se continueremo a mandare ad amministrare questi personaggi saranno i nostri figli che un giorno saranno costretti ad andare ad abitare in Romania”.
Nazzareno Di Matteo ieri pomeriggio, incontrando i suoi sostenitori, non ha usato mezzi termini. L’imprenditore, a guida dell’impianto sportivo Pinguino Village, è certo: “Sarò candidato ma non mi tiro indietro davanti all’appoggio di altri gruppi. Che però non saranno quelli a sostegno di Gianni Di Pangrazio e nemmeno di Gabriele De Angelis“.
“Dobbiamo ragionare non in termini di liste ma in termini di programmi”, ha detto Di Matteo, “dobbiamo ragionare su quello che è il futuro di questa città. Dobbiamo trovare alleati o dobbiamo appoggiare con i nostri voti altri movimenti. E’ sotto gli occhi di tutti quello che è Avezzano dopo cinque anni di amministrazione Di Pangrazio. La sensazione che si ha oggi è che ci sia una guerra tra bande, c’è solo confusione. Penso che dobbiamo invece discutere sugli argomenti. Prima di tutto: strade, fogne. Si parla di progetti supermegagalattici ma poi non si riesce a camminare in città, per le vie dissestate, per le buche. Avezzano è un campo di battaglia, anche sui social vengono tutti i giorni pubblicate foto di come sono le strade e i marciapiedi e le pubbliche illuminazioni”.
In più di un’occasione Di Matteo ha richiamato il modo di governare del compianto sindaco Mario Spallone. E poi il tribunale, il commercio, e la viabilità.
“Avezzano oggi per Pil è agli ultimi posti tra le città della regione”, ha detto Di Matteo, richiamando subito dopo la battaglia contro la Powercrop. D’Alfonso aveva preso impegno per fare un’indagine sui Comuni. Questa cosa non si è fatta e i cittadini sono rimasti inerti. I cittadini rimangono in silenzio. Preoccupa la rassegnazione. Come il riempire il Comune di consulenze e di dirigenti. E nessuno fa nulla eppure i soldi sono dei cittadini”.
L’imprenditore poi ha sottolineato come i candidati alle elezioni tendono oggi a nascondere i simboli dei partiti come se si vergognassero e facendo richiamo alla conferenza stampa tenuta al mattino dagli esponenti di Avezzano Popolare ha detto: “Il sindaco ora dovrebbe andare a Roma a chiedere i soldi? Sbagliate. A Roma ci si andava ai tempi di Gaspari, oggi a chiedere i soldi bisogna andare a Bruxelles ma ci voglio idee e progetti ma il fatto è che noi ci fidiamo ancora di questi incompetenti e questi cantastorie. Ne va della vita dei nostri figli. I nostri figli saranno costretti ad andare a vivere fuori”.
Di Matteo ha poi fatto richiamo al ruolo delle associazioni di categoria dicendo che spesso hanno un ruolo attivo all’interno della politica. Ha poi fatto plauso a chi oggi fa impresa definendolo “eroe” per il fatto che si pagano tasse spropositate. “Noi paghiamo i vitalizi a questi ganassoni che magnano”, ha detto, “un consigliere regionale prende 10/11mila euro al mese. Andiamo a vedere un consuntivo di quello che hanno fatto questi ganassoni come facciamo noi imprenditori quando facciamo impresa. Zero, hanno fatto zero”.
Di Matteo finora ha l’appoggio di Lorenzo De Cesare arrivato ieri per fare il punto della situazione in vista delle elezioni.