Avezzano – “Da giorni sulla stampa locale viene pubblicata la vicenda che ha coinvolto un appartenente alla Polizia Locale di Avezzano e, quale suo difensore, ravviso la necessità di intervenire per precisare alcuni aspetti dell’accaduto”. Lo scrive, in una nota, l’avvocato Leonardo Casciere (in foto).
“Accertato – continua il legale – che il giovane ha avuto un colpo di sonno, mentre era alla guida della sua autovettura, si svegliava dopo l’impatto e scendeva dalla macchina per vedere cosa fosse accaduto. Poiché la vettura aveva percorso un centinaio di metri, arrestandosi nel sottopassaggio, il giovane non vedeva essendosi l’incidente verificato a monte e la vettura incidentata si trovava più in alto dalla sua posizione.
Convinto che non fosse successo alcunché, egli si recava presso la sua abitazione, parcheggiando la macchina sulla strada adiacente.
Oltre a ciò, la ulteriore prova che fosse inconsapevole dell’accaduto la si rinviene nei comportamenti successivi: la mattina dopo, con la stessa vettura, si recava al lavoro presso il comando della Polizia Locale, dove veniva conoscenza che i Carabinieri stavano indagando sull’incidente alla ricerca di un “vigile urbano” che si era dato alla fuga dopo il fatto.
Richiesto un permesso al responsabile, si recava presso i Carabinieri di Avezzano per chiedere informazioni e riferire sulla vicenda. Inoltre contattava i parenti dei ragazzi per spiegare anche a loro il suo comportamento e chiedere perdono per aver causato loro delle sofferenze.
E’ di tutta evidenza che il giovane non aveva motivo alcuno di non soccorrere i due ragazzi feriti, vuoi perché non aveva alcunché da nascondere, vuoi perché, con l’attività che svolge, ha una predisposizione alla tutela dei cittadini.
Una notazione è d’obbligo: sarebbe opportuno che, chiunque esprima giudizi affrettati, senza la conoscenza degli atti del processo, si astenga dal farlo, onde evitare di incorrere in errori grossolani e in affermazioni lesive della dignità di qualsiasi uomo.
Il malcostume della condanna anticipata deve essere stigmatizzato e rifiutato con vigore, perché, così facendo, si scade nel più infimo grado della civiltà e della cultura giuridica”.