Energia rinnovabile, SOA: “Equilibrio difficile tra transizione energetica e tutela dell’avifauna”

Energia rinnovabile, SOA: "Equilibrio difficile tra transizione energetica e tutela dell'avifauna"
Foto: SOA

Abruzzo – Nella seduta del 14 marzo 2025 il Consiglio regionale dell’Abruzzo ha approvato la Legge regionale su Misure urgenti per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi.

Si tratta di un atto il cui obiettivo fondamentale è individuare le aree “idonee” per l’installazione di tali impianti, in attuazione del diritto europeo sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili e del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), che stabilisce l’obiettivo nazionale di aumento di 80 GW (rispetto al 31 dicembre 2020) della produzione energetica da fonti rinnovabili entro il 2030 e ripartisce tale obiettivo tra le Regioni.

In queste aree idonee (per esempio cave dismesse, tetti di capannoni industriali, aree di sedime di areoporti e ferrovie, etc.) le autorizzazioni all’installazione degli impianti seguono una procedura più semplice e veloce.

Alle aree idonee si contrappongono quelle non idonee, ove questi impianti sono vietati per ragioni di tutela ambientale. Anche grazie alle proposte di emendamenti presentate dalla SOA, insieme alle associazioni Salviamo l’Orso e Rewilding Apennines, il numero di queste aree è aumentato nella legge approvata rispetto al disegno di legge predisposto dalla Giunta.

Quest’ultimo si limitava a contemplare i beni paesaggistici che secondo il Codice dei beni culturali e del paesaggio possiedono cospicui caratteri di bellezza naturale, singolarità geologica o memoria storica, senza quindi alcun riferimento alla tutela della biodiversità, obiettivo altrettanto importante della tutela paesaggistica e della transizione energetica.

Nella suddetta proposta di emendamenti avevamo, pertanto, raccomandato di includere nelle aree non idonee tutti i siti della rete Natura 2000, i beni di uso civico, le aree I.B.A. (Important Bird Areas), le aree ricadenti all’interno di parchi e riserve nazionali e regionali, quelle individuate dal P.A.T.O.M. (Piano di Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano), i territori coperti da foreste e da boschi, molti altri beni paesaggistici e, infine, avevamo raccomandato di garantire una fascia di rispetto a protezione di tutte queste aree pari a 500 metri per gli impianti fotovoltaici e 3 chilometri per gli impianti eolici.

Si consideri che molte specie di rapaci particolarmente vulnerabili alla presenza di pale eoliche – come nibbi, albanelle, bianconi, grifoni – frequentano aree incluse tra quelle qui menzionate. Purtroppo il Consiglio regionale ha accolto solo parte di queste raccomandazioni.

Nella legge regionale approvata sono state incluse tra le aree non idonee alla localizzazione degli impianti quelle facenti parte della Rete Natura 2000, le aree naturali protette nazionali e regionali (in gran parte già comprese nella Rete Natura 2000), le aree boschive di interesse regionale, oltre a varie categorie di terreni con coltivazioni di pregio o sovvenzionate.

Non avendo previsto le zone di rispetto di cui sopra (c.d. “buffers”), soprattutto le aree dell’alto vastese, in cui nidificano e svernano importanti popolazioni di rapaci diurni e che sono frequentate da specie estremamente rare, come la cicogna nera, rischiano di diventare del tutto inospitali per l’avifauna. Si consideri che oltre il 90% delle numerose domande per progetti di impianti eolici in Abruzzo si concentrano in questa zona.

Occorre, infatti, tenere presente che tra le aree idonee – dove le autorizzazioni sono agevolate – e quelle non idonee – dove gli impianti sono esclusi – vi sono le aree ordinarie, ove si applicano le normali procedure, incluse le autorizzazioni ambientali, che però vengono quasi sempre rilasciate, persino quando sono previste valutazioni di impatto ambientale o di incidenza, lo studio previsto a tutela della biodiversità dalle Direttive dell’UE (Direttiva Habitat 92/43/CEE e Direttiva Uccelli 2009/147/CE).

Continueremo a ribadire, in tutte le sedi, che se è vero che centrali eoliche e fotovoltaiche contribuiscono sensibilmente ad affrontare il cambiamento climatico, esse hanno anche un impatto sugli ecosistemi, sugli habitat e sulle specie protette dalle norme europee, compresa l’avifauna.

Gli uccelli sono particolarmente vulnerabili al problema a causa del rischio di sottrazione dei loro habitat di riproduzione e/o di alimentazione e/o di sosta durante la migrazione e di collisione contro le turbine. 

Tra gli obiettivi del Green Deal, di cui la transizione energetica deve tenere conto, vi è la “Strategia sulla Biodiversità 2030che prevede non solo la tutela dei territori ove le specie animali sopravvivono, ma anche il ripristino degli ambienti naturali e degli ecosistemi. In Abruzzo (Regione Verde d’Europa?) sembriamo, purtroppo, ignari di questi obiettivi e impreparati rispetto alle grandi sfide (ma anche opportunità) che essi comportano.

Fonte: SOA - Stazione Ornitologica Abruzzese

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