Sabato 28 aprile alle 21, per la Stagione teatrale organizzata da ACS Abruzzo Circuito Spettacolo in sinergia con il Comune di Tagliacozzo, sul palco del Teatro Talia in scena Uno Nessuno Centomila per la regia diAlessandra Pizzi con Enrico Lo Verso che darà corpo e voce ai personaggi del romanzo più celebre di Pirandello, rendendo omaggio ad uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi.
Acclamato dalla critica e dal pubblico, soprattutto dei più giovani, lo spettacolo presentato da Ergo Sum Produzioni ha di recente ricevuto a Busto Arsizio il “Premio Delia Cajelli per il Teatro”, nell’ambito della Seconda Edizione delle Giornate Pirandelliane, promosse dall’associazione Educarte in collaborazione con il Centro Nazionale Studi Pirandelliani di Agrigento. Nella scorsa stagione il Premio Franco Enriquez per la migliore interpretazione e la migliore regia.
Definito dall’autore in una lettera autobiografica come “il più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita”, Uno Nessuno Centomila è l’adattamento teatrale della storia di un uomo che sceglie di mettere in discussione la propria vita, a partire da un dettaglio minimo, insignificante. Il pretesto è un appunto, un’osservazione banale che viene dall’esterno. I dubbi di un’esistenza si dipanano attorno ad un particolare fisico. Le cento maschere della quotidianità, lasciano il posto alla ricerca del Sé autentico, vero, profondo. L’ironia della scrittura rende la situazione paradossale, grottesca, accentua gli equivoci. La vita si apre come in un gioco di scatole cinesi, e nel fondo è l’essenza: abbandonare i centomila, per cercare l’uno, a volte può significare fare i conti con il nessuno. Ma forse è un prezzo che conviene pagare, pur di assaporarla, la vita.
“Avrei voluto che Pirandello fosse vivo” spiega Alessandra Pizzi “per mostrargli la grandezza della sua parola, l’attualità del suo messaggio, e mi chiedo, nell’osservare l’immobilità del pubblico ad ogni spettacolo, se Pirandello sia mai stato consapevole delle conseguenze che avrebbe potuto produrre la tumultuosa portata dello stesso.
Da qui l’idea di una nuova ed originale messa in scena volta a rendere la perennità del messaggio pirandelliano, l’atemporalità del protagonista, uomo di ieri, di oggi, di domani”.
In forma di monologo, il testo è affidato al racconto e alla bravura di Enrico Lo Verso che, dopo anni di assenza dal teatro, torna sul palcoscenico per dar vita ad un contemporaneo Vitangelo Moscarda, l’uomo “senza tempo”, e ai personaggi del romanzo, in un allestimento minimale ma mutevole in ogni contesto. Una sorta di seduta psicoterapeutica, da cui ci si sente irrimediabilmente attratti, per affondare le mani nella propria mente, inconsapevoli degli scenari che potrebbero aprirsi.