Avezzano – Assoluzione per nove dei diciotto imputati. È la decisione della Corte di Assise di Appello di L’Aquila, giunta nel pomeriggio di giovedì. I fatti risalgono al 2012, quando la polizia di Avezzano, coordinata dalla Procura distrettuale di L’Aquila, diede seguito alle indagini su una vasta rete sospettata di favorire l’immigrazione clandestina.
Secondo l’ipotesi accuratoria, gli immigrati avrebbero pagato somme tra i 5000 e i 7000 euro per ottenere, tramite fittizi rapporti di lavoro, il visto di ingresso in Italia. Destinatari dei pagamenti sarebbero stati imprenditori locali compiacenti. Scattò quindi la custodia cautelare in carcere per numerosi indagati. Il processo di primo grado si concluse con 12 assoluzioni e 18 condanne. I 18 condannati ricorsero quindi in Appello. La Corte di Assise di Appello, con la sentenza di giovedì, ha assolto 9 dei 18 imputati. Per gli altri vi sono stati proscioglimenti parziali per i singoli capi di imputazione e diminuzioni di pena, con condanne sino a 5 anni e 10 mesi di reclusione.
Tra gli assolti, due imprenditori di origine algerina, titolari di una agenzia di pratiche per i permessi di soggiorno, che erano stati condannati in primo grado a sei anni e dieci mesi di reclusione e oltre un milione di euro di multa. I due, difesi dall’avvocato Mario Del Pretaro, sono stati prosciolti per non aver commesso il fatto.
Nel collegio difensivo anche gli avvocati Mauro Ceci, Antonio Milo, Raffaele Mezzoni, Lorenzo Ciccarelli, Sandro Gallese. Cinque imputati sono stati condannati a pagare a titolo risarcimento, la somma di 5000 euro alla parte civile, difesa dagli avvocati Luca e Pasquale Motta.