domenica, 8 Settembre 2024
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“Flow. Come un Fiume che Scorre”: mostra d’arte di Silvana Abbruzzese nel Palazzo Di Giulio a Bisegna

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Vernissage sabato 20 luglio alle ore 17:30 – Finissage domenica primo settembre alle ore 19:00; ingresso libero

Bisegna – Verrà inaugurata  sabato 20 luglio alle ore 17:30 all’interno del Palazzo Di Giulio a Bisegna (AQ)  “Flow. Come un fiume che scorre”, mostra d’arte con installazioni di Silvana Abbruzzese, allestimento che resterà visitabile sino domenica primo settembre. Si tratta di una prosecuzione del precedente “Il filo turchese” del 2022, tenuto nel suggestivo ottagono della ex chiesa di Santa Maria del Tricalle a Chieti e terminato con la video-performance che ne suggeriva una continuazione. Come a risalire il corso di un fiume, attraverso “Il filo turchese” è concepito il percorso della mostra, dal basso verso l’alto, uscendo e rientrando, fino alle stanze superiori, dove il filo si moltiplica. Spiega la curatrice Francesca Finarelli:  “Tra fonti e fiume Giovenco, il mare non sembra lontano. Da un lato il Tirreno, dall’altro l’Adriatico. Il processo creativo fluisce libero e permea le stanze di Palazzo Di Giulio. L’artista Silvana Abbruzzese, come un fiume che scorre, crea il percorso della mostra attraverso il colore turchese, elemento cromatico che richiama il cielo come l’acqua, la vita e la rinascita.”

 “Il filo turchese” del 2022 evocava suggestioni del volume Antropologia del turchese. Riflessioni su deserto, mare, pietra e cielo scritto dalla naturalista americana Ellen Meloy, saggi che a esplorato il rapporto spirituale, emotivo e biologico fra l’uomo e i colori e come è cambiato il nostro impatto sul mondo mentre questo legame si è disgregato nei secoli.

La mostra “Flow” è allestita su due piani con tre sale a piano terra e due al primo piano: si comincia con le opere “Sensi”, il ciclo di pitture che invitano a prestare attenzione, risvegliare i nostri sensi sopiti, farci permeare dalle emozioni. Nella seconda stanza prendono vita le “Forme d’acqua” Qui il turchese diventa mare immaginario, solcato da navi antiche e future, di cui giungono a noi le polene. Si tratta di opere che si ispirano alle sculture poste sulle prue delle navi, che sin dall’antichità le proteggono da potenze avverse. Ci si riferisce anche alle acute analisi di Claudio Magris sulla singolare storia delle polene che non possono modificare le rotte del loro destino. Composizioni di legno e rete, e volti umani, come su zattere, circondano le polene. 

Nella terza sala “Sassi”  porta a riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni: lo vediamo all’ingresso della sala. Il nostro passaggio sgretola la pavimentazione. L’artista ci invita a partecipare attivamente all’allestimento, riparando ciò che abbiamo contribuito a rompere, con i sassi a disposizione.

In una nicchia sempre a piano terra il tema è “Vento… ossa d’argento” con la proiezione della video-performance dell’artista, ispirata all’idea di “restanza” di Vito Teti, sull’umanità costretta al distacco dal territorio e lo straniamento che ne deriva. Si tratta di materiali e lavori elaborati nella mostra “Che ci faccio qui ?” del 2019 allestita nel Museo Barbella di Chieti.

Al piano superiore nella prima sala si sviluppa “Il filo turchese” corpi in movimento, corpi contorti, corpi che si liberano. Siamo focalizzati sulle opere: composizioni con la rete, piccole sculture in cui il segno turchese rimargina le ferite, cura, in una possibilità positiva di riparazione e cambiamento. L’allestimento bianco scandisce il tempo con gocce d’acqua. Nella seconda sala si sviluppa il “Flow”, qui siamo nel flusso, nel flow, lo stato di coscienza che ci permette di immergerci completamente in un’attività. L’artista opera nello stato di flow, e anche noi visitatori della mostra percepiamo il flow. Il fluire del percorso culmina in questa sala, in cui i fili turchesi creano ispirazioni d’acqua, visioni dello scorrere, convergendo come in una cellula. Nel flusso l’artista ci trasporta in uno stato di benessere ed energia. Il termine “flow” fa riferimento a uno stato mentale ed emotivo studiato dallo psicologo ungherese naturalizzato statunitense Mihaly Csikszentmihalyi: si tratta di un coinvolgimento totale e immersivo in un’attività che genera un profondo senso di realizzazione e soddisfazione. 

 La mostra nelle stanze di Palazzo Di Giulio è inserita nel calendario delle manifestazioni curate da Exhibis, Bisegna in mostra terza edizione in collaborazione con il Comune, il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, l’associazione Percorsi Perduti, il progetto grafico è stato curato da Myriam Albanese. Le opere e le relative installazioni saranno aperte al pubblico tutti I giorni da sabato 20 luglio sino al 1° settembre con ingresso gratuito dalle ore 10.00 alle ore 13 e il pomeriggio dalle ore 15.00 alle 20.00. 

Note biografiche

Silvana Abbruzzese, artista e performer, vive e lavora a Chieti. Ha al suo attivo decine di mostre collettive ed alcune prestigiose personali:

2022 Il filo turchese Presso l’ex chiesa di Santa Maria del Tricalle a Chieti 

2018 Che ci faccio qui? Presso il Museo d’Arte Costantino Barbella a Chieti

2016 Lo stesso mare nelle sale espositive della Fortezza spagnola di Civitella del Tronto (Te)

2015 Scuotono la terra presso il Circolo Aternino a Pescara

2011 La terra del rimorso presso la Taverna Ducale di Popoli

2009 Lunaria presso la sede della Confindustria di Chieti

2009 Classici elettrici presso le sale espositive del Monte dei Paschi a Bruxelles

2008 Scavi presso la Bottega dell’Arte della Camera di Commercio di Chieti 

2007 Dissonanze a Palazzo Borga, San Vito Teatino (CH)

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