Francesca Riccitelli si iscrive a Miss Italia in segno di protesta: “Escludere donne trans dal concorso è discriminante e lesivo della privacy”

Avezzano – Una protesta, quella di Francesca Riccitelli, la 27enne transgender di Avezzano nata in un corpo maschile che non sentiva suo, che arriva come un uragano dopo le dichiarazioni di Patrizia Mirigliani, la patron del concorso di Miss Italia, che ha così commentano la vittoria dell’attrice e modella transgender Rikkie Valerie Kollé al concorso di Miss Olanda: “Nel mio regolamento, al momento, non ho ancora aperto alle transgender, poiché ritengo che debbano essere nate donne. Quindi, finché andrà avanti il mio regolamento sarà così. E per ora non ritengo di cambiarlo”.

Parole che hanno lasciato sgomento e perplessità, tanto da innescare una bufera mediatica che ha visto immediata la risposta di Vladimir Luxuria:Trovo fuori dal tempo che si escluda dalla partecipazione a Miss Italia una donna transgender che ha ultimato la transizione e pertanto è donna a tutti gli effetti. Perché, se una ha compiuto la transizione e pertanto è donna a tutti gli effetti, deve presentare il certificato di nascita?”

Ed è proprio sulla scia di queste affermazioni che si apre un mondo che documenta quanto il regolamento di Miss Italia riporti molte falle, a partire appunto dalla presentazione dell’atto di nascita: “Ho deciso anche io di iscrivermi, non perché ami questo tipo di concorsi, ma l’ho presa come battaglia personale. Nell’atto di nascita è indicato solo il mio nuovo nome ed il nuovo sesso, così come prevede la legge. Quindi come fanno i selezionatori regionali ad avere la certezza che io, oggi donna a tutti gli effetti, sia in realtà una donna trans, con un percorso di transizione alle spalle?”, ci spiega Francesca Riccitelli, che rimanda a quel diritto alla privacy delle donne trans troppo spesso negato.

La legge, ottenuta la rettifica anagrafica, prevede il diritto all’oblio: una volta che si ha il riconoscimento legale dell’identità di genere, per lo Stato la persona che esisteva prima non esiste più”, continua Francesca.

Pertanto, escludere da concorsi di bellezza le donne trans che hanno completato il loro percorso di transizione solo in quanto non donne dalla nascita rappresenta una violazione della privacy, in quanto ai selezionati di Miss Italia si arrogherebbe il ruolo di ‘investigatori/poliziotti’ con il dovere di scavare nel passato altrui”, racconta ancora la 27enne avezzanese che, come altri transgender, ha deciso di continuare a combattere per le pari opportunità.

Abbiamo chiesto poi a Francesca cosa ne pensasse dei concorsi ‘ad hoc’ di Miss e Mister Trans: “Li trovo molto tristi. Le persone trans non appartengono ad un terzo genere, ma al loro genere di elezione. Si va a ghettizzare laddove non ce ne sarebbe assolutamente bisogno in quanto molte donne trans sono esteticamente indistinguibili da donne nate biologicamente così”.

In conclusione, anche il presidente di Marsica LGBT Francesco Rubeo ha voluto esprimere il suo pensiero su una questione che sicuramente continuerà a far discutere per molto: “I concorsi di bellezza, sia maschile che femminile, promuovono un’immagine idealizzata del corpo che è lontana dalla diversità e dalla realtà delle persone. Questo può portare a problemi di autostima, disturbi alimentari e altre questioni legate alla salute mentale e fisica.
Invece di promuovere l’omologazione, dovremmo celebrare la diversità e riconoscere che ogni individuo è unico e prezioso a prescindere dal suo aspetto fisico.
Accogliere le molteplici sfaccettature della bellezza umana ci consente di abbracciare appieno la nostra umanità, è un passo verso una società più inclusiva, tollerante, compassionevole e felice
”.

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