Giallo di Borgorose, Mariangela potrebbe essersi tolta la vita

Borgorose. E’ stata eseguita l’autopsia sul corpo di Mariangela Mancini, la 33enne di Borgorose (Rieti), ritrovata senza vita in un terreno a Spedino, la frazione in cui viveva con sua madre.

Ieri, sul suo corpo è stato eseguito l’esame che potrebbe finalmente far luce sull’accaduto ma gli inquirenti mantengono ancora il massimo riserbo sulle indagini. E quindi accertare se la ragazza abbia deciso di togliersi la vita oppure se qualcuno possa averla uccisa. L’inchiesta è coordinata dal pm Cristina Cambi e sul caso stanno lavorando i carabinieri della compagnia di Cittaducale. Secondo le prime indiscrezioni trapelate dopo l’esame portato a termine nell’ospedale De Lellis di Rieti sembrerebbe che l’ipotesi investigativa che prevale al momento sarebbe quella del suicidio.

Questo vuol dire che la ragazza potrebbe aver bevuto l’acido muriatico che manca nella bottiglia che hanno ritrovato i soccorritori a una decina di metri dal suo corpo, però, che secondo gli investigatori non quadrano affinché si possa parlare di un suicidio. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, elaborata dagli inquirenti sulle dichiarazioni della madre della 33enne, Luisa Barbonetti, del fratello Nazzareno e del fidanzato Luca Maceroni, Mariangela Mancini, giovedì mattina, si sarebbe allontanata da Corvaro, dall’abitazione in cui stava per andare a vivere con il compagno, per andare a Spedino a prendere dei prodotti per l’igiene della casa.

La 33enne si è allontanata con l’auto di Maceroni che è stata poi sequestrata dai carabinieri. E’ stata ritrovata parcheggiata fuori la casa di Spedino, dove vive la madre che però quando la figlia è arrivata non c’era. Il corpo della ragazza è stato ritrovato in un sottobosco che si trova poco distante dalla casa di famiglia. In un terreno, dove secondo amici e parenti, Mancini andava spesso a passeggiare, in relax, con le amiche e anche con il suo fidanzato. Gli inquirenti starebbero anche verificando quanto dichiarato dal fratello Nazzareno che avrebbe detto che insieme ad altre persone aveva già cercato in quel punto dove poi la sorella è stata trovata e che lì però non c’era. Ci sarebbero dei punti poco chiari nella morte di Mancini che tutti in paese ricordano come una ragazza piena di gioia e di vita. Amava stare con gli altri e spesso accudiva anche i disabili del paese. Nella denuncia presentata ai carabinieri la madre ha detto che la figlia soffriva di una “sindrome bipolare”.

Potrebbe essere questa la chiave per dare una svolta alle indagini? Per accedere nel campo dove è stato individuato il corpo c’è un cancelletto, che all’arrivo dei soccorritori era chiuso. Lo ha chiuso lei dopo essere passata o qualcuno lo ha fatto volutamente per depistare le ricerche? Sul luogo del ritrovamento, a ridosso di un cespuglio c’era una busta bianca, un nastro verde e una bottiglia di acido muriatico aperta. Mancini però era a dieci metri di distanza. La ragazza si è allontanata dopo aver bevuto il veleno o qualcuno che era con lei andando via ha lasciato lì quelle cose? La giovane aveva evidenti segni sul collo, sotto il volto e quindi non è chiaro come possa esserseli provocati da sola. Il corpo è stato trovato in un posto dove c’è vegetazione che è sottobosco e non dove ci sono alberi. Sulla morte della giovane, che ha gettato nello sconforto un’intera comunità, al momento rimangono tanti gli interrogativi.

Sicuramente i rilievi del raggruppamento dei carabinieri per le investigazioni scientifiche, che sono andati avanti per ore, sveleranno le circostanze della morte, sui cui ora rimangono solo tante ipotesi.

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