Avezzano – Venerdì 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, si è svolto presso la sala consiliare del comune di Avezzano un convegno dal titolo “La costruzione dell’identità di genere”, organizzato dalla Commissione Pari Opportunità e dal comune di Avezzano.
Presenti all’incontro la professoressa Geraldina Roberti, docente di Sociologia alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università dell’Aquila, la responsabile della Casa delle Donne della Marsica, Daniela Senese, l’avvocata del Centro Antiviolenza dell’Aquila, Simona Giannangeli e la scrittrice avezzanese Valeria Bellobono, coordinate nei loro interventi dalla Presidente della Commissione Pari Opportunità, Marielisa Serone D’Alò. Anche il primo cittadino, Giovanni Di Pangrazio, e il Presidente del Consiglio Comunale, Domenico Di Berardino, sono voluti intervenire, ringraziando la Commissione per il lavoro svolto finora e ribadendo l’impegno che l’amministrazione, dall’inizio del suo mandato, ha dedicato a questa seria problematica.
La professoressa Roberti ha avviato i lavori, fornendo una visione teorica della tematica dell’identità di genere e dello stigma attribuito alle donne, stigma che molto spesso è veicolato dalle donne stesse, all’interno di una società in cui predominate è il peso della cultura patriarcale. Parliamo quindi di ruoli che la donna, da secoli, ricopre perché imposti da un apparato culturale, ad oggi visibilmente immutato dove i numeri parlano chiaro. Numeri che, ad esempio, ci dicono che le donne si laureano prima (e con il massimo dei voti) rispetto agli uomini, ma che allo stesso tempo, vengono pagate di meno quando si immettono nel mondo del lavoro, oppure non godono interamente degli stessi diritti. Questo solo per fare un esempio. Per non parlare dei mass media, delle sitcom nostrane, delle fiabe che leggiamo ai nostri bambini o delle pubblicità il cui intento è quello di sensibilizzare, magari sul tema, sortendo, però, l’effetto contrario.
Incisivo e pungente l’intervento di Simona Giannangeli, che ha innanzitutto ricordato il motivo per il quale è stata istituita questa giornata internazionale. Parole piene di determinazione quelle dell’avvocata, che combatte quotidianamente con il Centro Antiviolenza dell’Aquila, attivo sul territorio da oltre 10 anni. Non senza difficoltà, questo stesso Centro ha ottenuto un progetto per la realizzazione di una casa rifugio, “Perché è facile dire ad una donna vittima di violenza di andarsene, ma dove? E se ha bambini? Dopo la denuncia, cosa fa? Dove va? Ha bisogno di essere accolta ma non con compassione!” La Giannangeli non ha poi risparmiato critiche nei confronti delle istituzioni, accusandole di non aver affrontato seriamente il problema e di averlo relegato ad essere oggetto di un decreto legge, al pari di un terremoto o un’alluvione, dove “necessità ed urgenza” sono richieste per poter intervenire. Ma come si può, in questo paese, pensare di affrontare seriamente questa problematica e accingersi a risolverla, legalmente, quando guardandoci le spalle, poco più di 30 anni fa esisteva il delitto d’onore e la violenza sulle donne, prima del 1996, “offendeva la morale pubblica”? La violenza sulle donne è un reato, forse quello più a lungo celato e giustificato nella nostra storia, molti uomini lo commettono e pochi sono quelli che vengono perseguiti.
Da poco più di un anno sul nostro territorio opera la Casa delle Donne della Marsica, la cui responsabile, Daniela Senese, insieme alle altre operatrici, psicologhe, avvocate lavorano per accogliere tutte le donne vittime di violenza fisica, sessuale, psicologica ed economica
( il telefono è attivo H24 393/8856389 ).
La scrittrice avezzanese, Valeria Bellobono ha voluto esprimere anche un altro punto di vista, riferendo di aver individuato nella scrittura il mezzo per denunciare, raccontare e raccogliere le emozioni delle donne, pensando che fosse un buon modo per elaborare una soluzione o quantomeno comprendere il percorso che si può compiere per trovarla. Autrice de “I viaggi di donne senza rime” , la Bellobono ha narrato i viaggi che le donne, protagoniste dei suoi racconti, hanno compiuto per poter continuare a vivere ed andare avanti.
L’assessore alle Pari Opportunità, Fabiana Marianella, si è detta contenta della partecipazione attiva dei ragazzi delle scuole medie inferiori, che nella mattinata di venerdì, hanno assistito alla lettura di alcuni passi di testi a tema, ma, riprendendo le parole della Giannangeli, ha evidenziato la scarsa presenza di uomini ad eventi come questi ( Tra il sindaco, i consiglieri e qualcun altro, si contavano non più di 10 presenze maschili, ndr), auspicando per il futuro una maggiore partecipazione e soprattutto, una maggiore collaborazione.
“Non sarà una lettura di un articolo, la visione di un film o una giornata come il 25 novembre, per quanto importante, a fare la differenza. Le donne violate e ammazzate devono costituire uno stimolo di riflessione e di cambiamento prima ancora che vengano violate ed ammazzate. Forse vi è fin troppa indignazione, per cui l’azione si rimanda sempre al domani oppure ci si convince che non debba riguardare noi, ma solo gli altri. È la nostra società ad avere le mani sporche di sangue, ancor prima dei singoli individui, ma è dai singoli che deve partire il cambiamento”. ( Mario De Maglie, psicologo e psicoterapeuta)