Oggi, 11 Novembre 2024, ricorre il primo anniversario della morte di Giulia Cecchettin, la giovane studentessa di ingegneria biomedica di Vigonovo, in Veneto, uccisa dal suo ex fidanzato, Filippo Turetta, con 75 coltellate nella notte tra l’11 e il 12 novembre 2023.
La sua morte, tragica e inaspettata, ha scosso non solo la sua famiglia, ma l’intera nazione, rivelando ancora una volta la drammatica realtà della violenza di genere. Eppure, a distanza di un anno, l’eredità di Giulia sembra continuare a ispirare un cambiamento profondo nella società italiana.
Se da un lato il femminicidio di Giulia ha lasciato un immenso dolore nelle persone che l’hanno conosciuta e amata, dall’altro ha generato una nuova consapevolezza diffusa. I dati raccolti dal Ministero dell’Interno mostrano un’impennata delle segnalazioni di violenze e atti persecutori, a dimostrazione di una maggiore attenzione da parte delle vittime e di una maggiore sensibilità da parte delle forze dell’ordine.
Un anno fa, la morte di Giulia ha scatenato una mobilitazione che ha attraversato le piazze italiane, in un’ondata di indignazione e solidarietà. La voce della sorella Elena, che ha portato il suo dolore nei cortei e nelle manifestazioni, è diventata simbolo di un cambiamento che non si è arrestato nemmeno davanti al dolore.
L’eredità di Giulia Cecchettin si manifesta in modo tangibile attraverso l’impegno della sua famiglia e di tutte le persone che si sono unite per combattere la violenza di genere. La Fondazione Giulia Cecchettin, nata per volontà del padre Gino, si propone di promuovere l’educazione all’affettività nelle scuole, insegnando ai giovani il valore del rispetto e dell’amore sano.
Un anno dopo, la memoria di Giulia Cecchettin è ancora viva, non solo nei cuori della sua famiglia e dei suoi amici, ma anche nella coscienza collettiva. Un anno dopo, non possiamo che continuare a ricordarla, a lottare per un mondo in cui nessuna giovane, nessuna donna, debba più temere per la propria vita.