Avezzano – Non deve essere andato proprio giù al portiere quel rigore calciato alla Totti: un cucchiaio indigesto che in pochi secondi ha portato alla rissa in campo. A riportarlo l’edizione online della Gazzetta dello Sport. Allo stadio delle Saline di Senigallia, nelle Marche, si gioca il match tra la squadra di commercialisti di Ancona ed i colleghi di Avezzano per il campionato nazionale dottori commercialisti ed esperti contabili: il portiere abruzzese subisce in gol (in fuorigioco) con “scavetto” e reagisce rifilando una gomitata all’avversario e aggredendo l’arbitro.
Uno spettatore presente sugli spalti, il signor Patrizio Vetulli, ha raccontato la vicenda: “Su un fuorigioco fischiato dall’arbitro, l’attaccante locale, a gioco fermo, supera il portiere con un ‘cucchiaio’. Applausi e risate sugli spalti. Gol annullato e ammonizione per comportamento antisportivo”. Poi, il raptus del portiere ospite, che “nello slancio colpisce lo stesso giocatore con una ginocchiata. Scoppia una mezza rissa, l’arbitro della sezione Aia di Ancona espelle ed allontana immediatamente il portiere che dapprima rifila uno schiaffo al direttore di gara e non pago lo afferra mettendogli le mani sul viso nel tentativo di dargli una testata. Non credevo a quello che stavo vedendo”.
“Un distinto signore di mezza età che per una partita di calcio del tutto insulsa mette le mani addosso ad un ragazzo che avrà avuto più o meno vent’anni – prosegue lo spettatore -. Che tristezza. Mi alzo e abbandono lo stadio proprio quando l’arbitro ha sospeso definitivamente la partita a causa della violenza subita. Non ci sono parole per giustificare un gesto simile, non ci sono parole per accettare che un ragazzo rischi di finire al pronto soccorso per far divertire chi si iscrive a questi tornei”. Come dargli torto?