Gli studenti del Liceo Scientifico Vitruvio di Avezzano alla presentazione del libro “Alfabeti di piccoli armeni” di Sonya  Orfalian  

Avezzano Un incontro molto speciale è stato quello che si è tenuto lo scorso 8 novembre al Castello Orsini tra gli  studenti del Liceo Scientifico Vitruvio e altri istituti di Avezzano con la scrittrice armena Sonya Orfalian. I  ragazzi hanno avuto la possibilità di approfondire una storia di cui si sa ancora troppo poco, una storia ricca  di spunti di riflessione.

La conferenza si è concentrata sul libro scritto dalla Orfalian “Alfabeto dei piccoli  armeni”, dunque sul drammatico genocidio che ha subito il popolo armeno durante la Prima Guerra  Mondiale in Turchia. Un ruolo fondamentale per la conferenza è stato svolto dall’associazione “Chandra  stella luminosa” fondata dal dott. Massimo Sciarretta che in ricordo della professoressa Lidia Cilli, agisce  con iniziative a favore della memoria. “Noi ragazzi” afferma uno studente “abbiamo avuto la possibilità non  solo grazie all’evento, ma anche grazie al percorso svolto in classe, di entrare in contatto con la tragedia che  ha colpito gli Armeni e di renderci conto di come molteplici massacri e stragi siano ancora nascosti ai nostri  occhi e non vengano riconosciuti dagli autori dei genocidi stessi. Noi stessi studenti abbiamo trovato che  quanto è accaduto al popolo armeno è molto vicino alla Shoah degli Ebrei nella Seconda Guerra Mondiale”.  L’autrice Sonya Orfalian si è mostrata inizialmente riservata, per poi aprirsi con un dialogo schietto e diretto  con la platea sul libro e non solo.

L’azione turca nei confronti degli Armeni viene descritta dalla bocca di  coloro che hanno subito le violenze, attraverso racconti i cui protagonisti sono bambini, 36 bambini come  36 sono le lettere dell’alfabeto armeno, i quali, oltre alla funzione di promuovere la memoria hanno  l’intento di dare voce a chi invece non poteva più parlare. L’esigenza di scrivere e di testimoniare nasce per  l’autrice come un grido di giustizia, oltre che per dimostrare il forte senso di appartenenza al popolo  armeno. Ciò che ha più colpito noi giovani è stata la consapevolezza che troppo pochi sono a conoscenza di  una situazione ancora oggi così spregevole, chiedendosi come possano diverse grandi potenze non parlare  dell’argomento, solo per paura di ripercussioni sul piano economico e geopolitico.

di Matteo Cofini Emanuele Doschi redazione del giornale di istituto YAWP 

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