I “Murales” nel borgo di Sante Marie raccontano il Cammino dei Briganti

Passeggiare tra i vicoli del centro storico di Sante Marie fino alle periferie, significa ripercorrere, tramite la forza evocativa dell’arte, le orme dei briganti della Banda di Cartore per comprendere le ragioni della rivolta per la libertà dalla miseria e dalla sudditanza politica. 

 Nel suggestivo borgo marsicano, adagiato su una collina, le facciate delle case, che sembrano salire sulla roccia per cercare il sole, dipinte con toni caldi e sfumature terrose,  narrano di una vita da sempre in armonia con il ritmo della natura per suscitare la meraviglia di chiunque passi. Sulle pareti, cartoline magnificamente illustrate, non sono semplici ornamenti, ma finestre con gli affacci su una terra fiera e ricca di creatività. La “ Via dei Murales”, di cui i primi realizzati nel 2014 da Andrea Parente, oggi ne conta più di ottanta realizzati da artisti sia locali che provenienti dalle varie regioni italiane e da paesi esteri. Dalla pop-art alla street-art gli affreschi policromi hanno dipinto un mondo a colori per rivisitare storie e luoghi in modo inedito. Non solo i visitatori occasionali ma anche i residenti sono invitati dalle immagini a vedere il proprio paese con occhi nuovi nella riconquistata consapevolezza dell’importanza delle radici per vincere lo spopolamento e tenere viva la comunità. In una frase scritta su un murales :” Dedicato a coloro che mantengono sul proprio cammino il cuore libero di un brigante” è possibile leggere l’invito ai fruitori di fare dei gesti, dei mestieri, delle fatiche e dolori dei nostri avi capacità di leggere il presente nell’ottica dell’inclusività. Le tele a cielo aperto del borgo invitano a fermarsi per ricordare il passato ma soprattutto per collegarlo al presente invitando a sognare un futuro sostenibile nella cura dell’ambiente e nel rispetto della dignità di ogni uomo in ogni tempo.

I murales di Sante Marie, una romanza visiva del mondo antico, non sono solo una celebrazione dell’anima abruzzese ma di ogni luogo del mondo. Come mostra il brasiliano, artista internazionale, Mateus Wilsinski, con la sua opera che racconta l’emigrazione, fenomeno antropico presente in ogni periodo storico, tra valigie di cartone e barconi affondati nel mare. 

Guardando più da vicino, puoi scoprire dettagli incredibili: l’immagine di Aylan Kurdi, un bambino siriano di tre anni, divenuto un simbolo della crisi europea dei migranti dopo il  ritrovamento del suo corpo senza vita su una spiaggia.

I borghi affrescati  non sono solo luoghi, sono esperienze, viaggi nei sensi e nella memoria  che si mescolano alla vita quotidiana. E quando vai via, porti con te la sensazione che, a volte, la poesia non vive solo nelle parole, ma anche tra le pietre dipinte di un antico borgo che ha trovato il modo di promuovere la “restanza”, che è amore per la propria terra, aprendo il cuore alla bellezza, che come dice Dostoevskij, salverà il mondo.

Maria Assunta Oddi   

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