Capistrello – Ancora un altro, l’ennesimo automobilista incosciente ammesso di diritto nel club degli autisti pericolosi che sempre più spesso, sulla superstrada Sora-Avezzano, si fermano nell’area di servizio Agip, appena fuori dall’abitato di Capistrello, in direzione Avezzano, fanno rifornimento, e poi, come nulla fosse, rientrano in carreggiata con una pericolosa inversione di marcia tornando verso Capistrello.
L’infrazione è punita con la sanzione amministrativa, ma chi la rileva? La pericolosità di tali manovre non fa che aumentare la probabilità di incidenti su un tratto di strada dove, in appena qualche decina di metri, si innesta una corsia di accelerazione che immette sulla strada e subito dopo si aprono i varchi di accesso e di uscita all’area di servizio.
L’ex superstrada del Liri, progettata negli anni ’60, è oggi un’arteria a doppio senso di circolazione declassata a statale con decreto del presidente del Consiglio dei ministri nel 2005. La statale, gestita dall’ANAS, ha avuto negli ultimi anni un incremento notevole del traffico, dovuto soprattutto al trasporto merci su gomma.
All’aumento del volume del traffico è seguito negli anni anche un esponenziale aumento degli incidenti, favoriti non solo dall’imperizia degli automobilisti, ma anche da un’infrastruttura deficitaria in termini di sicurezza. In più occasioni, gli amministratori dei comuni della Valle Roveto si sono fatti sentire ai piani alti delle istituzioni ma senza portare a casa risultati tangibili. Intanto un triste tributo di sangue ha continuato a funestare la via maledetta.
La speranza è che una più forte coscienza civica si faccia strada, è il caso di dirlo, fra gli automobilisti. Per quanto riguarda l’area di servizio, il posizionamento di telecamere, potrebbe essere un buon deterrente oltre che un valido motivo per far rinsavire i guidatori più indisciplinati. La videosorveglianza è lecita se esiste il requisito di necessità ed è funzionale allo svolgimento delle prerogative istituzionali di un ente pubblico.
Nel frattempo, per fare l’inversione di marcia, basterebbe utilizzare l’uscita successiva, subito dopo la galleria del Salviano. Sono tre minuti di orologio, tre minuti ben spesi che a volte, allungano la vita.