Avezzano – Il Club Alpino Italiano sezione di Avezzano, in collaborazione con la sottosezione Lucus Angitiae di Luco dei Marsi, ospita una grande alpinista ed esploratrice: Maria Antonia “Tona” Sironi. “In occasione della cena sociale abbiamo voluto offrire a tutti i soci ed appassionati di montagna, la
possibilità di conoscere un personaggio di rilievo. È una scelta dettata dalla consapevolezza della natura reale del CAI, che nasce e si evolve nutrendosi dell’esplorazione.
Nella seconda metà del 900, Tona ed altri alpinisti calpestarono territori inviolati, pionieri di un’esplorazione alpinistica che accelerò verso la fine del secolo, e che continua al giorno d’oggi. Perché restano zone ancora mai percorse, vette mai violate, valli inesplorate. Tra i suoi racconti, anche il fulmine che la colpì sulla vetta del Monte Bianco insieme al marito Kurt Diemberger, e il salvataggio compiuto da un gruppo di soccorritori, tra i quali il nostro conterraneo Gigi Panei”.
Alle ore 19 di sabato 17 dicembre, qualche ora prima della cena sociale presso il ristorante Angizia di Luco dei Marsi, Maria Antonia Sironi”, geologa, pioniera dell’alpinismo femminile,“ Tona” per gli amici, presenta un caleidoscopio di immagini, dal pulmino che avanza traballando sulle strade sterrate e ancora tranquille del Medio Oriente negli anni sessanta, alle cime inviolate dell’Hindukush. Poi passa oltre, con le montagne dell’Africa equatoriale e il Monte Bianco sotto i fulmini in vetta alla Aiguille Noire. Ascensioni, cime, incidenti, salvataggi…. e due figlie, Hildegard e Karen. Una vita colorata e affascinante a fianco di Kurt Diemberger, soprattutto per chi, come Tona, era già appassionata di montagna.
Poi con Hildegard, ora antropologa e tibetologa all’Università di Cambridge, ci fu la sua scoperta dell’Himalaya, sulle tracce di Kurt, alle pendici del Makalu, dell’Everest e del Kanchendzonga. Con lei si mise alla ricerca della Valle Nascosta delle Artemisie, attorno al Makalu, portando nello zaino la
prima delle sue nipoti, in quelli che, sorridendo, definisce “trekking con i pampers”. Furono anni trascorsi a Kathmandu con lo studio del tibetano, l’avvicinamento al buddhismo e poi in Tibet, con tanti giri fra i villaggi al di qua e al di là della grande catena, mescolandosi alla gente del posto e sostituendo le antiche ricerche geologiche con quelle di carattere antropologico. È di quel periodo la fondazione della associazione di volontariato Eco Himal per la difesa delle aree montane tramite la popolazione che vi vive.
Nel suo racconto Tona non trascura la sua avventura alpinistico-tibeto-letteraria, avvenuta in parallelo, con la quale cerca di far conoscere paesi stupefacenti come Shekar, (Storia del Cristallo Bianco, 1995, Ferrari Editore, Bergamo), le alpiniste tibetane (Tibet, l’altra Metà del Cielo, 2003, Giorgio Mondadori, Milano), il Tibet e la sua storia (Tibet, il tetto del mondo fra passato e presente, 1999, White Star, Vercelli) e le vicende di un eccezionale personaggio vissuto in Tibet nel quindicesimo secolo (la Principessa di Gungtang, 2010 Alpine Studio, Lecco).
Non è neppure da trascurare la sua attività di traduttrice, specie delle opere di Kurt, compresa l’ultima (Il Settimo Senso, 2012 Alpine Studio Lecco) che ha modo di presentare nella sua prospettiva di “addetta ai lavori”. Il racconto è accompagnato da immagini scattate da Tona, Hildegard, i compagni di viaggio ed anche da una serie di fotografie che Kurt le ha gentilmente messo a disposizione. L’ingresso al convegno è libero e aperto a tutti.