La morte di Franco Battiato nella sua residenza di Milo, all’età di 76 anni, lascia tutti attoniti e addolorati nella consapevolezza di aver perso un genio della canzone italiana. Nella sua lunga carriera artistica con brani indimenticabili è riuscito a spaziare dalla musica etnica all’opera lirica.
Sperimentatore visionario aveva sempre rifiutato gli stereotipi introducendo note e parole che nessuno avrebbe mai potuto immaginare nel panorama culturale del suo tempo. Sognatore di una rivoluzione esistenziale, univa con citazioni tratte dal mondo classico e, nel contempo, da quello contemporaneo, espressioni inedite disponendole in una sbalorditiva sequenza sul pentagramma del suo animo.
I suoi brani costruivano inni intelligenti e mai banali dove univa l’empirico alla trascendenza. Tutte le sue parole avevano le “due facce della luna”, quella terrena e quella celeste, unite da un’armonia che emozionava, invitando alla riflessione autentica alla scoperta dell’”Essenza”.
Non è facile promuovere idee innovative anche a livello sociale utilizzando come strumento mediale la musica impropriamente considerata “leggera”. Battiato non si limitava a cantare con il timbro speciale dolce e suadente della sua voce, ma ispirava pensieri profondi, unendo l’originalità del viaggio musicale a temi attuali che parlano all’uomo moderno nell’intento di combattere la superficialità e l’individualismo.
Dalle sue canzoni più dolenti e malinconiche traspare una concezione della musica che si fa “divina” nell’intento di elevare i fruitori più attenti a quella verità che lui ha sempre cercato per dare senso alla vita. Rigoroso e coerente collaborò con molti cantanti e musicisti che a lui riconobbero sempre la competenza di un professionista che cercava di andare al di là della semplice esibizione finalizzata solo allo spettacolo o al successo di pubblico.
Nella sua grande editoria musicale internazionale fu sempre presente la Sicilia dove, a mio avviso, si trova la chiave per aprire la sua poetica alle radici di un’isola crogiolo di popoli diversi per etnia, lingua, tradizioni e religioni. Nel suo piccolo Paese natale trovò, come scrisse Wolfgang Goethe, “L’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra…”.
La sua giovinezza fu influenzata da un ambiente naturale e antropico che evoca antiche leggende, attraversate da correnti sotterranee spesso testimoni di eventi catastrofici come il terremoto ma addolciti dal racconto di pescatori in viaggio nelle loro feluche per esplorare nuove terre.
Tra le sue canzoni mi sia concesso citare “La cura” a testimoniare “oltre le correnti gravitazionali” la generosità del suo cuore aperto alla tenerezza: “Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza. Percorrendo assieme le vie che portano all’essenza. I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi… Ed io avrò cura di te”.
Franco Battiato fu vero poeta come mostrano questi suoi saggi versi.
Quando incontri qualcuno ricorda che è un incontro sacro.
Come lo vedi, Ti vedi.
Come lo tratti, Ti tratti.
Come lo pensi, Ti pensi.
Ricorda che attraverso di lui o ti perderai o ti ritroverai.
A lui che sulla morte diceva: ”Non esiste è solo trasformazione” auguriamo un volo ardito nel cielo stellato per vivere una nuova stagione d’amore nella luce perenne.