Il caso di Ester, mamma di una bimba con Sindrome di Down che da ottobre attende le terapie: i Centri passivamente subiscono la mancanza di risorse idonee

Il caso di Ester, giovane mamma di Tagliacozzo che da ottobre attendeva una chiamata affinché la sua bambina con Sindrome di Down potesse riniziare le terapie necessarie in un centro specializzato, ha sicuramente fatto il giro del web e riportato all’attenzione un problema che va ormai avanti da molti anni.

In questo articolo ho voluto approfondire ed andare a fondo ad un problema che non riguarda solo Ester ma tante famiglie italiane: ho condotto così un’inchiesta da cui sono emerse lacune burocratiche che, allo stato attuale, ancora non trovano una soluzione adeguata.

Le richieste di terapia di riabilitazione, che interessano non solo bambini o giovani ma anche anziani, si presentano in un numero così elevato che il sistema non riesce ad integrare.

Il problema è grande ed è da riscontrare alla radice: la regione Abruzzo autorizza un numero definito e limitato di terapie al mese ed i Centri non possono accettare più pazienti della soglia stabilita a monte, quindi, non si tratta di incompetenza o malafede dei Centri, come qualcuno inizialmente e superficialmente potrebbe pensare, ma sono proprio la mancanza di risorse ed i budget limitati a produrre lunghe liste d’attesa, difficili da smaltire in tempi brevi.

È giusto che i cittadini sappiano la realtà che gli stessi Centri vivono, con liste d’attesa che si protraggono per mesi e con pazienti che, nel momento della chiamata, purtroppo, a causa dell’età, risultano addirittura deceduti.
Una situazione drammatica e tristissima che, purtroppo, non può trovare una soluzione se non nelle Istituzioni: i fondi destinati alla Riabilitazione sono limitati e non bastano a coprire i bisogni della popolazione e quelli che arrivano nell’entroterra, rispetto alla costa, non sono proporzionati, con una grande penalizzazione per l’intera Marsica.

Bisogna, tutti insieme, scuotere le Istituzioni, partendo proprio dal vertice, ovvero dalla Regione: solo così si potrà risolvere davvero il disagio che constantemente tante famiglie sono costrette a vivere.

La soluzione non sta nella rabbia o nella frustrazione, ma sta nel buon utilizzo dei fondi concessi. Ad esempio, nella nostra zona sono stati recentemente autorizzati 2 Centri specializzati per l’Autismo: sono pronti per operare immediatamente e sono solo in attesa del contratto della Regione che, purtroppo, sta tardando ad arrivare.

Ecco, questo sicuramente non risolverà totalmente il problema, ma in questi 2 nuovi Centri si potrebbero trasferire alcuni dei pazienti che attualmente si trovano in terapia nei Centri ex art. 26, con il fine di liberare dei posti e permettere uno scorrimento più veloce delle liste d’attesa.

È importante, in tale sede, mandare un messaggio di speranza alle tante famiglie che, portate all’estremo, non vedono altra strada se non quella di contattare una testata giornalistica per far sentire in maniera accorata la propria voce, per non vivere più un malessere doloroso, generato da una burocrazia lenta e faziosa che colpisce le fasce più deboli.

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