Magliano De’ Marsi – La Regione Abruzzo nell’ormai lontano agosto del 1997 approvava il Progetto Speciale Territoriale (Pst). Doveva poi essere “recepito negli strumenti urbanistici comunali mediante apposite varianti o modifiche” (cfr art.3, Pst)
Dei tre comuni interessati (Avezzano, Massa D’Albe e Magliano dei Marsi) , sembra che solo quest’ultimo non ha ancora proceduto a predisporre gli strumenti attuativi da sottoporre alla Regione, entro i 6 mesi di tempo stabiliti dalla data di approvazione del Progetto.
Su questo punto è intervenuta la Celi Calcestruzzi S.P.A attraverso una nota stampa a firma della sua portavoce Benedetta Paone, lamentandosi sull’accaduto definendolo come “Un ritardo ingiustificabile”. La realtà imprenditoriale della Celi Calcestruzzi S.P.A operante nel settore dell’estrazione e lavorazione di inerti, della produzione di prefabbricati e premiscelati per l’edilizia e altre attività, che a oggi conta oltre 120 dipendenti e ha diverse sedi distaccate.
Così nella nota:
“l’amministrazione comunale avrebbe dovuto porre rimedio a questa situazione nel corso del consiglio comunale del 17 aprile scorso, discussione che per la seconda volta non è stata avviata a causa della mancanza del numero legale dopo l’abbandono dell’aula da parte della maggioranza”.
“Contrariamente a quanto riportato dagli organi di stampa, il punto all’ordine del giorno in discussione non riguarda le cave e l’impianto di compostaggio, oltretutto ricadente nel Comune di Massa D’Albe, ma la regolarizzazione, la regolamentazione e la pianificazione urbanistica di attività industriali operanti dal 1976 e le relative aree connesse ad esse, benché sulle stesse vengano regolarmente corrisposte le tasse comunali previste.
Dopo anni di attesa”, aggiunge la portavoce, “nonostante non fosse un obbligo dell’azienda, per accelerare i tempi, di concerto con l’Ufficio tecnico abbiamo presentato in Comune una proposta di variante volta all’attuazione di quanto richiesto dal Pst.
A causa di questi ritardi, che durano da più di un ventennio, la nostra società ha dovuto delocalizzare diverse delle proprie attività con investimenti aggiuntivi e perdite occupazionali notevoli per questo territorio. Considerato quanto è accaduto nella seduta del consiglio comunale, non si riescono a capire i motivi che hanno spinto i consiglieri di maggioranza a un comportamento così irresponsabile e inadeguato nei confronti del territorio e delle società interessate a tale argomento.
Per tale motivo ci siamo visti costretti, nostro malgrado, a rivolgerci al Tar Abruzzo, dove è stato già depositato un ricorso per chiedere la nomina di un commissario ad acta e l’intervento diretto della Regione, per la definizione di quanto doveva essere fatto dalle amministrazioni comunali di Magliano.
Disattendere questi obblighi”, conclude la portavoce, “significa generare problemi di regolarizzazione e pianificazione con inequivocabili ricadute occupazionali, lasciando al buon senso del singolo operatore la salvaguardia di questi indicatori economici e sociali”