Un grande fermento di studi sul ventennio fascista, ha generato negli ultimi anni il vero alimento di una sterminata e vivace storiografia sull’argomento. Per noi, vale il suggerimento dello storico Gabriele De Rosa che, sin dal 1959, ha stabilito importanti precisazioni. Di fatto, il modo di affrontare queste complesse tematiche: «è di accingersi a questi lavori cercando di rispettare e di ricostruire con onestà critica la problematica politica del tempo. Vi sono parole e istituti che non hanno oggi lo stesso significato che avevano ieri» (1).
Con questo rigoroso approccio critico delle fonti, stiamo cercando di individuare e comprendere personaggi che agirono nel nostro territorio, per ricostruire gli avvenimenti più importanti. Occorre anche specificare che, nel vasto panorama d’intricati fatti zonali, abbiamo tenuto sempre conto della situazione nazionale, attraverso rilievi critici connessi agli sviluppi della politica portata avanti dal governo fascista. Tra questi numerosi fatti, ritorna continuamente in auge la questione del Fucino e dello zuccherificio di Avezzano, un nodo davvero difficile da sciogliere e non privo di colpi di scena, anche se la «Romana Zuccheri» si era ormai schierata sulla linea dura che Torlonia aveva già intrapreso da marzo. Ciò spiega come verso la fine di luglio 1926 furono convocati da Erminio Vincenti (segretario del sindacato fascista), nella sede dello zuccherificio, tutti gli impiegati dello stabilimento, per discutere dei risultati ottenuti nella riunione romana, presieduta dall’onorevole Edmondo Rossoni.
Il segretario della commissione nazionale, riferì ampiamente delle trattative: «dimostrando come il concordato già concluso abbia dato un passo verso la definitiva sistemazione delle categorie degli impiegati, allo scopo di dar loro tutta la tranquillità necessaria ed il riconoscimento del loro sforzo diuturno, per il continuo progresso dell’industria saccarifera italiana». Poi, parlando della crisi attraversata in quest’ultimo periodo, fece rilevare i buoni propositi che gli industriali avevano esposto nella discussione: «Infatti, il pensare di aver ottenuto un miglioramento sulla Cassa di previdenza, oltre ad aver consolidato gli stipendi è un gran passo che si è fatto, se si tiene presente che l’organizzazione degli impiegati dello zucchero ed alcool, è giovanissima». Presero parte al dibattito Casadei, Clemente, Guerra e altre eminenti personalità. Infine, la riunione ebbe termine con l’approvazione del seguente ordine del giorno (8-9-10 luglio), presentato dal capofabbrica, geometra Narciso Cavallesco: «Il Sindacato Impiegati zuccheri di Avezzano, udita la relazione sulle laboriose trattative, che originarono il concordato impiegati; considerata l’opera sagace, svolta dal Segretario del Sindacato signor Erminio Vincenti, in seno alla Commissione, attraverso ripetuti convegni, per la garanzia degli impiegati zuccherieri, dove le giuste proposte avanzate portarono alla conclusione del concordato, che è un passo verso la definitiva sistemazione delle categorie degli impiegati; desidera porgere un vibrato voto di plauso al proprio Segretario sig.Vincenti, instancabile propugnatore della nuova coscienza sindacale fascista, ed alla Commissione Nazionale che, sotto la guida del Dottor Amedeo Baldetti, giungerà certamente a dare, con la compattezza dell’organizzazione, tutto il riconoscimento della categoria» (2).
In ogni caso, nell’ambito della cosiddetta «Battaglia del grano», un’altra importante iniziativa stava prendendo piede nella Marsica. Il centro d’attenzione si spostò nel mese di ottobre 1926 sulla «Banca Agricola Italiana», che aprì una sua filiale ad Avezzano. L’istituto di credito era alle dirette dipendenze della sede centrale di Torino. Lo scopo del nuovo ente fu di: «contribuire con tutti i mezzi alla rivalutazione delle ricchezze agricole. Ed in questo momento storico nel quale una magnifica gara si è accesa fra gli agricoltori d’Italia, già posti dal Duce glorioso all’ordine del giorno della Nazione, questo Istituto veramente benemerito non mancherà di dare un magnifico impulso e aumento all’agricoltura». Tra l’altro, il giornale decantò le ottime qualità anche della «Società Anonima delle Bonifiche Venete», emanazione diretta della banca agricola, cui fu assegnata «la grande medaglia d’oro» in occasione della mostra del grano di Padova. Inoltre, il suo scopo preminente era quello di contribuire con tutte potenzialità alla rivalutazione della lira, attraverso il comportamento del valente amministratore delegato Pedrotti, che faceva parte del «Consiglio Superiore dell’Economia Nazionale».
In effetti, scrisse il cronista, la banca: «ha assegni propri e fra breve aprirà Agenzie in tutta la Marsica. Essa ha già più Filiali di tutti gli altri Istituti Italiani. Com’è risaputo all’Aquila vi è già una fiorentissima Filiale diretta dal comm. Vincenzo Ciolina, il quale vi ha dato il massimo incremento. A questo Istituto che con spirito di fede prende parte attiva alla nobile e civile battaglia economica, la quale certamente sarà feconda di bene per la Nazione, i nostri più sinceri auguri».
Senza negare il valore di questa iniziativa, approvata dai vertici fascisti con entusiasmo, per una lunga serie di speculazioni finanziarie, purtroppo, la banca non riuscì a fronteggiare la difficile situazione. L’istituto torinese, che si era costituito nell’ottobre del 1920, già nel 1927 fece registrare gravi perdite d’esercizio. Nel 1929, si avviò, inesorabilmente, un processo di smembramento anche per le filiali marsicane, che finirono per essere acquisite da diversi istituti italiani di credito. Nel 1932 iniziò così per la «Banca Agricola Italiana» la procedura di liquidazione lasciando nello sconcerto gli agricoltori della zona e non solo (3).
NOTE
- G.De Rosa, Considerazioni storiografiche sulla crisi dello stato prefascista e sull’antifascismo, si tratta di una relazione che lo studioso fece al palazzo dell’università di Genova il 24 maggio 1959, pubblicata poi in: «Il Movimento di Liberazione in Italia», Rassegna di Studi e Documenti, 57, ottobre-novembre 1959, Fasc.IV, a cura dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, Milano, p. 62.
- Il Risorgimento d’Abruzzo e Molise, Anno VIII – Num.630 – Roma, 1° Agosto 1926, Corriere di Avezzano. Il Concordato impiegati dello zucchero ed alcool concluso a Roma. Edmondo Rossoni fu eletto deputato il 6 aprile 1924. Membro di diverse commissioni chiamate a delineare i nuovi scenari del regime, divenne molto popolare tra i lavoratori, meno noto tra gli uomini degli apparati fascisti e nei vertici dell’economia italiana.
- Ivi, Anno VIII – Num.653 – Roma, 28 Ottobre 1926, Corriere di Avezzano. La Banca Agricola Italiana.